giovedì 14 luglio 2016

Partita male, finita peggio

La procura ne aveva chiesto il rinvio a giudizio per apologia di reato (il terrorismo). L'inchiesta della Dda di Bologna era però partita con una ipotesi di reato ben più grave, terrorismo. Nessun illecito nell'attività su Facebook sulla pagina Musulmani d'Italia, tra simboli e bandiere che l'avvocato difensore Nicola Gualdi ha definito religiosi e non inneggianti all'Isis e al terrorismo islamico.reggionline

James Comey, dall'alto della sua esperienza, ha ragione da vendere.
Non si mette piede in tribunale se non si ha un caso forte.
E per giungere ad una incriminazione, sospetti ed indizi non bastano.

Se si va indietro nel tempo ad analizzare e a mettere a confronto i post su Facebook di Anas el Abboubi, con quelli di Aleotti e della pagina Facebook di cui lui è uno degli amministratori, si nota che alla fine il giovane di origini marocchine fu indagato per molto meno. I suoi proclami non erano particolarmente duri nemmeno per gli standard odierni.
Ma il segreto per portare a termine in maniera ottimale questo tipo di inchieste, e De Stavola e i suoi uomini hanno fatto storia in questo senso, è quello di contestualizzare ed incrociare i messaggi postati sulla propria bacheca ma anche su quelle altrui, i messaggi privati e qualsiasi tipo di iniziativa portata avanti sui social. Letture, video, proclami, versi, partecipazione a gruppi e adesione a pagine di sapienti. Se considerati separatamente, anche i versi più duri del Corano, non sono di per se prova di estremismo. C'è differenza tra salafismo, radicalismo e fondamentalismo.
L'abilità dell'investigatore sta nel cristallizzare l'intenzione del soggetto. Ammesso che questa sia orientata verso il terrorismo. Uno schema lavorativo del genere è una garanzia soprattutto per l'indagato. La Digos non va a caccia di fantasmi.
L'inchiesta di Catania, che mi pare ancora in fase di svolgimento, dovrebbe dare o meno una conferma proprio sulle intenzioni generali e sul profilo del ragazzo. Ma soprattutto dovrebbe inquadrarlo meglio nel contesto in cui si muove.
Il problema di questo caso è che la polizia al solito si sta assumendo le responsabilità di altri organismi che dovrebbero farsi carico dei problemi veri di Aleotti.
Per il momento continuiamo a rallegrarci per il registro degli imam.
Tutto il resto è noia e ci mette un tappo la polizia.
La quale polizia alla fine è quella che ci rimette le penne in termini di credibilità presso i musulmani.
L'idea generale, almeno sui social, è che quando il ministro lo ordina, la polizia scatta sull'attenti e si mette alla caccia di un musulmano da arrestare. Non è così.
A Brescia hanno salvato una ragazza facendo in modo che il marito venisse espulso ma anche consegnato all'antiterrorismo tunisino. E i servizi sociali sono stati allertati per darle aiuto.
Basterà ? Inshallah ma poco ci credo.

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