sabato 21 maggio 2016

Immunità

Sono stati resi noti i contenuti di una lettera ( testo ) che l'Ambasciatore italiano a Tirana ha consegnato al procuratore generale albanese Lalla e che, seppure in maniera molto parziale, fa luce sul ruolo avuto dalla polizia italiana nell'affaire degli imsi catcher.
In una missiva datata 17 Maggio 2016 il prefetto Alessandro Pansa spiega che lo scorso 11 Marzo due specialisti della polizia di stato hanno varcato i confini albanesi attraverso il porto di Durazzo con alcuni dispositivi imsi catcher a bordo dell'autovettura che li trasportava. Ad accoglierli hanno trovato "ufficiali della polizia albanese". Secondo la stampa locale non sarebbe la prima volta che ciò accade.
Nel 2015 lo stesso tipo di strumentazione era stata fornita alla polizia albanese per la cattura di un ricercato. In quella occasione dell'uso era stato avvisato il procuratore dal quale dipende il coordinamento di tutte le operazioni di polizia e il materiale era stato ispezionato dai funzionari della dogana. Invece lo scorso Marzo non si è fatto cenno ai doganieri della presenza dei dispositivi elettronici nè all'ufficio del procuratore è stata chiesta alcuna autorizzazione in merito.
Il prefetto Pansa ha specificato che gli imsi catcher prodotti dalla Ercom erano regolati su una modalità che ne escludeva le funzioni di intercettazione di qualsiasi tipo di comunicazione. Modalità che non poteva essere modificata dagli specialisti italiani i quali per tutto il tempo dell'esercitazione hanno vigilato sulle apparecchiature che, al di fuori degli orari di addestramento, sono state conservate nell'ufficio interforze all'interno dell'Ambasciata italiana. Ha altresì ribadito che l'intera operazione è stata concepita nell'ambito degli accordi siglati nel 2007 che assicurano alla polizia italiana, in virtù dell'articolo 8, anche l'immunità che li sottrae a qualsiasi indagine relativa al loro operato nei contesti previsti dal documento.

La lettera del prefetto Pansa blinda l'aspetto operativo dell'attività della polizia di stato in Albania per tutto quanto concerne questo episodio. Allo stesso tempo non esclude però, che vi siano dei margini di illegalità evidente entro i quali l'intervento è stato portato a termine. Alla procura generale sono state precluse le funzioni di controllo che le competono e non è stata notificata alla dogana albanese l'introduzione nel Paese di strumentazione altamente sensibile. In pratica per quanto riguarda questo aspetto delle responsabilità in gioco, si è rimandato il tutto sulle sponde albanesi. Eppure il modo in cui l'ormai ex capo della polizia italiana espone i termini della vicenda, lascia al ministro dell'interno Saimir Tahiri, che continua ad essere evasivo su questa ed altre questioni, ampie possibilità di manovra per gestire e presentare alle autorità competenti, le proprie responsabilità in tutta autonomia e come meglio ritiene.
Rimane da verificare quindi, se i dettagli tecnici forniti sono corretti e se effettivamente la polizia albanese o chiunque altro, non sia stato messo nelle condizioni di utilizzare i dispositivi elettronici per scopi non previsti dalla esercitazione.

E' una vicenda questa che, al di là delle strumentalizzazioni politiche, accresce i dubbi instillati dalla denuncia presentata alla procura albanese da Dritan Zagani e da chiacchiere di salotti balcanici, circa l'operato delle nostre forze dell'ordine all'interno del servizio interforze svolto in Albania.
L'attività della nostra polizia parrebbe essere, in qualche occasione, a disposizione degli eserciti privati dei politici locali, piuttosto che al servizio del governo italiano la cui opera è tesa alla difesa della legalità nei Balcani e al supporto delle istituzioni espressione di democrazia in Albania.
Questa vicenda potrebbe costituire un primo passo da muovere per il prefetto Gabrielli in nome del cambiamento della polizia di stato e del miglioramento della percezione della sicurezza tra la gente, di cui lui stesso più volte in questi giorni ha affermato di volersi fare paladino nel corso del proprio mandato.
Auguri di buon lavoro al nuovo capo della polizia e alla sua squadra.

8 commenti:

  1. La storia senza fine

    Il giornale albanese che lei ha allegato nel link, oltre ad essere stato denunciato da Zagani, era parte insieme a "Koco" della combriccola di Edi Rama, detta "triangolo delle Bermude".I due amanti pazzi, alla fine si sono divisi, ma tralascio i pettegolezzi. Uno è stato cacciato dal Parlamento perché, oltre alla questione degli appalti truccati, stava dando anche segni di "reincarnazione di Ever Hoxha", l'altro, invece, ogni tanto prende un "ossicino" da Rama. Ma questa è un'altra storia.
    Sarebbe interessante capire se questa lettera è una risposta a qualcosa, o qualcuno è diventato pazzo e ha cominciato a mandare lettere in giro. Come mai il Premier ha dichiarato in Parlamento, prima della pubblicazione di questo documento, che Berisha avrebbe letto la risoluzione del caso in una lettera scritta "in lingua straniera"?Stranamente, sbuca il giornale del "poli bureau" che guarda caso ha la copia.
    Come al solito, nel suo articolo mancano le sfaccettature. La domanda è: chi ha infilato gli italiani in questa storia? Non è per caso lo stesso Saimir Tahiri. E chi ha lasciato trascinare la cosa avanti senza intervenire, perché voleva fare il pavone e far capire a tutti che "l'Italia mi sostiene" ?
    Lei è ben lontana dalla verità. Come ha detto Edi Rama, anche lei avrà la sua verità "in lingua straniera".

    Ho un'altra domanda: ma non è che in Albania c'è un'altra apparecchiatura, clandestina, che fa intercettazioni e hanno voluto far credere che era quella delle Interforze? Per quanto riguarda il regista, siamo ben lontani da Berisha, che in questa storia è la punta dell'Iceberg.

    Alla prossima
    Giovanni Delle Bombole

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    1. Forse non ci siamo capiti. Io prendo in considerazione solo i fatti . Ho linkato quell'articolo perchè c'era la lettera del capo della polizia e ho commentato quella perchè è l'unico fatto concreto a mia disposizione. Se lei è in cerca di gente che pontifica su teorie e seguendo ideologie allora ne trova a bizzeffe su internet. La verità prima o poi arriva. Basta cercarla per gradi, in maniera oggettiva e legale e senza dar retta a fanfaroni virtuali.

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  2. Forse io non mi sono spiegato bene: anche i fatti che le ho suggerito sono "atti pubblici", come la dichiarazione del Primo Ministro che anticipa la pubblicazione di quella lettera. Ma non è questo il punto. Ormai non è importante quale sia la verità oggettiva, ma quello che la gente crede.

    Quello che mi stupisce è che lei in passato ne ha fatte di osservazioni e speculazioni "non ufficiali" (tralasciamo in pettegolezzi) e tutto d'un tratto scopriamo una parte di lei che diventa "oggettiva e ufficiale". Ecco che in sua difesa, le vengono in aiuto le parole "ideologia e fanfarone virtuale". Dunque sarei un complottista?
    Facciamo il punto della situazione: io le ho dato dei fatti verificati da prove, lei non sa come rispondere e dice che sono teorie. Quindi, a quanto vedo, siamo a corto di contenuti. In altre parole è finita la benzina e la buttiamo in caciara (tipo la tangenziale Libia).
    Ma non può fare così, perché se si crea un blog per sparare contro uomini delle istituzioni, ridicolizzandoli e facendo credere che abbia delle verità in tasca, allora deve mettere in conto che arrivi qualcuno che (forse) ne sa più di lei. Che si fa adesso, per tutti coloro che ci stanno seguendo e aspettano di vedere come va a finire questa storia?

    Le faccio una domanda: come mai nei suoi post appaiono foto di press clipping e di rassegne stampa istituzionali?
    Secondo me, bisogna prestare molta attenzione nel fare questo lavoro, non ci si barcamena. Internet è un mondo di lupi, non di fanfaroni.

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    1. E' un vero piacere leggerla perche' dice cose interessantissime.

      Pippo Brasciola

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    2. Questa è l'ultima volta che le rispondo.
      Io non ho mai fatto speculazioni. Arrivo alle mie conclusioni seguendo la cronaca. Ho letto della vicenda di Zagani su il Secolo che per primo l'ha segnalata e ho approfondito sui media albanesi. Quelli che mi sono ritrovata davanti facendo una ricerca su Google e con i limiti imposti dal taduttore. L'Albanese viene tradotto malissimo. Prendo atto di quello che dice Zagani sulla dottoressa Poggi e dico che ci vogliono le prove per dimostrare la relazione tra l'adozione e le accuse mosse a lui. Poi mi è capitato l'episodio del commissario Grillo che ha smentito se stesso e la mobile di Torino dopo l'arrabbiatura del ministro e ho bollato l'episodio come grave, anche se comprensibile nel contesto. Rilevo adesso che il ministro dell'interno albanese dice di non sapere (non 15 giorni fa)del mandato di arresto greco o internazionale che pende su Kliment e su indagini della polizia albanese, e noto che non è normale. Sulla vicenda degli imsi catcher ho subito notato che c'era qualcosa di strano e quando è uscita la lettera del prefetto Pansa mi è giunta conferma. E l'ho scritto in questo post.Ho letto la lettera che è un documento puro e semplice. L'articolo nemmeno l'ho guardato. Io non sono una giornalista nè un poliziotto. E questo blog è nato proprio per caso e per diletto. Sono anni che seguo la nostra polizia e tanti meccanismi li ho imparati strada facendo. A me della sponda albanese non interessa granchè perchè si tratta di un Paese sovrano e non mi immischio. Mi interessano gli aspetti che coinvolgono il mio Paese e il mio governo. E finora tutto quello che ho scritto sono commenti personali su fatti seguiti attraverso media tradizionali e non. Io non faccio illazioni o pettegolezzi. Mai ne ho fatti. E non ho una verità preconfezionata . Cerco di approfondire e basta. Questo è la cultura e la tradizione datami dal mio Paese e dalla mia religione. Se da voi funziona in altro modo, e mi pare che dal chiacchiericcio che lei continua a fare sia così, sono problemi vostri. Capisco adesso perchè l'Albania ha tanti problemi e noi, nonostante l'impegno non riusciamo a risolverli.

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    3. Lo sapevo che si finiva sulla questione etnica Italia vs Albania. Io ho chiesto semplicemente come mai vengono pubblicate delle foto di rassegne stampa istituzionali, e perché un blog che ridicolizza degli uomini dello Stato ci tiene adesso a parlare di oggettività. Lei è libera di non rispondere, e anche di smentire se stessa. Non so cosa c'entra questa ricostruzione metodologica del "come ha scritto l'articolo", non ho chiesto questo. Io mi attengo a dei fatti: lei pubblica foto di rassegne stampa istituzionali, e usa questo materiale per attaccare delle Istituzioni italiane ridicolizzandole. Ora, la mia domanda è un'altra (se mi vuole rispondere e senza fare una pantomima della storia della sua vita): qualcuno all'interno delle istituzioni le passa il materiale delle rassegne stampa per farle fare un articolo, oppure lei lavora all'interno di un'istituzione e utilizza il materiale che le passa lo Stato per scrivere questi articoli, distogliendo del tempo al suo lavoro. Giusto per capire a chi devono intestare l'esposto che farò alla Corte dei Conti dello Stato Italiano, per malversazione dei fondi pubblici.

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    4. Io non ridicolizzo nessuno innanzitutto.
      E non capisco cosa intenda per materiale di rassegne stampa. Tutto quello che pubblico è su internet. Da ricerche Google.

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  3. Effettivamente , da un po di Giorni seguo Giovanni delle Bombole, mi ha effettivamente incuriosito per la precisione, di come sta affrontando la De Cesare, roba da professionisti , la vedo molto in difficoltà, certamente L' operato e' di un professionista, un ulteriore personalita' da approfondire, ce ne sono veramente pochi che possono fare sta roba..... A estrapolare un punto talmente piccolo , minuscolo, impercettibile, ha infilato una trave in un buco piccolissimo. Adesso approfondiamo chi è Giovanni delle Bombole ......
    Là Rovere

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