venerdì 8 aprile 2016

Maxi

Dopo lo stop alla creazione di un’agenzia ad hoc per l’amico fraterno, Renzi avrebbe in progetto di inserirlo tra i suoi consiglieri di fiducia, magari in una sorta di organismo ibrido, una specie di Comitato sulla sicurezza, in cui l’imprenditore entrerebbe come consulente della cybersecurity, in barba a tutti gli esperti che lavorano nelle divisioni dell’intelligence. Per i più maligni invece il manager sarà il nuovo consigliere strategico del presidente del Consiglio anche se, sulla carta, non sarebbero ancora chiari gli ambiti del ruolo. Una postazione difficile da assegnare proprio a Carrai che non avrebbe i requisiti idonei per incarnare i piani di Renzi. il Tempo

Ma qualcuno conosce le effettive capacità e competenze di quest’uomo ?
Al di là delle poche interviste rilasciate, non si riesce a trovare nessuna informazione concreta.
In maniera intelligente, avendo capito che il clamore non gioca a suo favore, Carrai non ha nemmeno organizzato una campagna stampa in risposta a quella alla quale hanno lavorato le lobby politico-militari e degli ambienti di sicurezza. Non mi pare che lo abbia difeso neppure Rondolino che dopo il “mafiosetto” riservato alle modalità di espressione di Saviano, può considerarsi a tutti gli effetti il bodyguard mediatico del governo.
E’ vero che il presidente del consiglio ama affidarsi ad amici e conoscenti, ma è abbastanza intelligente da sapere che la sicurezza è la chiave della tenuta di un Paese.
Quindi l’ insistenza con cui conduce la battaglia in favore del progetto cyber ha una sua logica.
Carrai ha evidentemente dalla sua le capacità per reggere un apparato del genere ed è persona di cui ci si può fidare. Bisogna farsene una ragione.

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