venerdì 5 febbraio 2016

Sogni affidabili

In un altro verbale depositato agli atti del processo, datato 28 maggio 2012, Ciancimino Junior spiega invece che “il signor Franco, in almeno tre/quattro occasioni, venne a trovare mio padre nella sua abitazione di via San Sebastianello a Roma tra il 2000 ed il 2002 insieme al generale Pollari. Io stesso sono stato testimone diretto di quegli incontri che avvenivano nei periodo di chiusura della portineria tra le 13 e le 15”. Il riferimento è per Niccolò Pollari, direttore del Sismi dal 2001 e il 2006. “Solo in una circostanza (verificatasi tra il febbraio ed il marzo 2002) – si legge ancora nel verbale – assistetti personalmente alla consegna di 500.000 euro (in banconote da 500 euro ciascuna) da parte di Pollari e del signor Franco: mio padre che mi disse trattarsi della restituzione di una somma da egli stesso precedentemente consegnata per la conversione da lire in euro”. Secondo Ciancimino Junior, don Vito in più occasioni disse di “stimare molto il generale Pollari che riteneva persona seria ed affidabile. Preciso ulteriormente che mio padre, negli ultimi anni della sua vita, mi disse più volte che il signor Franco faceva parte dell’entourage” degli allora onorevoli Violante e Scalfaro.il fatto

Nel lontano 1987 in gita premio in unione sovietica dopo la maturità, gli esperti di viaggi (ce ne sono sempre un paio in una comitiva di italiani) ci dissero di fare un cambio ufficiale di poche migliaia di lire per non indurre sospetti e poi tutto a nero che così ci avremmo guadagnato. Ci portarono da gente strana nei mercati e beccammo rubli a paccate. Però era l'unione sovietica e non la Russia ricca di oggi quindi non comprai granchè. Caviale di tutti i colori, collane e una balalaika.
Alla fine rimasi con una paccata di rubli che quelli del nero ovviamente non volevano indietro.
Mi aiutò la guida. Una bella russa che lavorava con le agenzie turistiche italiane. Ingegnere.
Per quel giro non sarebbe tornata e per contraccambiare il favore mi chiese di portare una busta di soldi all'agenzia di Pescara che aveva organizzato il viaggio. Mi disse che bastava che la nascondessi sotto la maglia e la polizia non l'avrebbe nemmeno notata. Mi spaventai e risposi di no.
Qualche ora più tardi uno del gruppo, che tra i souvenir aveva anche una testa di Lenin, venne preso e portato in una stanza dove fu denudato e perquisito. Ci dissero che era routine.

Ecco io volevo dire che il mio sogno è quello di conoscere un agente segreto che posso chiamare su un numero di cellulare segreto ogni volta che ho bisogno e poi magari un giorno mi porta al Quirinale.

Nessun commento:

Posta un commento