lunedì 22 febbraio 2016

La cultura dell'insicurezza

C’è da temere che, quando arriverà il momento dell’intervento, il governo non sia riuscito a preparare l’opinione pubblica, non l’abbia resa edotta dei pericoli che correremo se non verrà fermata la deriva libica. Se arriveremo a quell’appuntamento con una opinione pubblica impreparata, ci saranno forti contraccolpi nelle piazze e in Parlamento. Per qualcuno, il declino americano, se davvero diventasse irreversibile, non dovrebbe spaventarci. Non sarà forse l’Europa, un giorno, a provvedere alla nostra sicurezza? Qualunque cosa accada «un giorno», al momento, di questa Europa non v’è traccia.Angelo Panebianco

Pezzo molto bello ma infarcito di una buona dose di cinismo e realismo che ha fatto guadagnare al professor Panebianco il titolo di barone della guerra oltre alle non tanto velate minacce da parte dei collettivi bolognesi che hanno fatto irruzione nell'aula dove stava facendo lezione.

L'epoca attuale è caratterizzata da una evidente mancanza di competenze da parte della classe politica italiana nel campo della sicurezza e da un altrettanto preoccupante lassismo che sembra avvolgere i vertici militari, di forze dell'ordine ed intelligence.
Quella che viene promossa sui social e nelle scuole o ai convegni come cultura della sicurezza è in realtà l'esaltazione dell'aspetto frivolo della questione.
Una sorta di versione moderna del sabato fascista. Esercizio puro.
Camper, concorsi a premi, dibattiti nelle università.
Tutte manifestazioni con il preciso scopo di spingere il cittadino verso un legame affettivo indissolubile con le istituzioni ma che in realtà non lo educano su quanto sta accadendo o potrebbe accadere. Come se tutto ciò potesse bastare a ridurre le tensioni e le problematiche nei momenti di emergenza.
Tanti like per le pagine della polizia, sondaggi con preferenze alle stelle per i servizi ma poi è raro che i cittadini sappiano cosa possono denunciare e in quale ufficio e di cosa effettivamente si occupino le barbe finte.
L'abbandono americano è ormai una realtà. L'assenza dell'Europa una certezza.
Spaventa il fatto che i vertici militari e di sicurezza non siano in grado di indicare al governo una strategia complessiva in grado anche di responsabilizzare la popolazione.


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