venerdì 5 febbraio 2016

Da notare

Di fatto ogni sindacato agisce ormai per conto proprio a livello locale o di settore. L’esigenza di unirsi e coordinare gli sforzi però è molto sentita, e lo testimonia la grande partecipazione all’assemblea, oltre ai tanti interventi che hanno puntato il dito contro la frammentazione del movimento, e invocato la necessità di lavorare insieme, al di là delle correnti di appartenenza. 
Gli interventi si sono succeduti a decine, concisi, spesso appassionati, e con un taglio molto operativo: si trattava di proporre e decidere insieme il «cosa fare da domani mattina», un appello ripetuto come un mantra durante l’incontro, data l’urgenza del momento e la necessità di delineare un piano d’azione a breve e medio termine.  
Da notare la presenza di una nutrita minoranza di donne, i cui interventi sono stati in alcuni casi tra i più apprezzati e applauditi dalla platea a maggioranza maschile. La grande assemblea si è poi conclusa con la decisione di formare un comitato il più possibile rappresentativo, che si incarichi di gettare le basi per una campagna nazionale sui temi del lavoro e delle libertà sindacali.Giulio Regeni il manifesto

Il modo di argomentare e la prosa ricordano un pò i toni delle informative.
Ovviamente non sapremo mai se la storia dell'agente segreto sia vera o meno.
Nè ci si può venire a raccontare che per legge i giornalisti non possono lavorare per i servizi.
Basta leggerne alcuni per capire che la realtà è quella.
Il giornalista arriva dappertutto e quello che fa o dice non insospettisce più di tanto.
Ispira anche fiducia. I migliori agenti segreti delle tradizioni inglese ed americana usavano il mestiere di giornalista come copertura.

Perchè sprecare uno studente brillante per un compito così rischioso?
La causa. Un giovane occidentale idealista e di sinistra può garantire lealtà.
Un arabo o un africano non lo puoi impiegare in una missione del genere.
Prima o poi passa dall'altra parte.

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