domenica 28 febbraio 2016

Da MK Ultra ad Abu Omar. La lunga strada delle torture.

"Our American allies know that we are our own service, that we are here to work for the British interests and the United Kingdom. We’re an independent service working to our own laws – nobody else’s – and to our own values."
“Our officers are as committed to the values and the human rights values of liberal democracy as anybody else. They have the responsibility of protecting the country against terrorism and these issues need to be debated and understood in that context.” Sir John scarlett 2009

Si è tornato a parlare in questi giorni dei centri antiterrorismo supersegreti creati dalla Cia all'indomani dell'undici settembre.
Ne rivelò l'esistenza Dana Priest del Washington Post nel 2005 in un paio di articoli che portarono alla luce anche la genesi di una propaggine europea con base a Parigi chiamata Alliance Base.
Del counterterrorist intelligence centres riferì Marco Mancini in uno dei suoi interrogatori descrivendoli come strutture parallele costruite raggruppando l'eccellenza degli appartenenti ai servizi segreti dei Paesi interessati e dotandoli delle migliori attrezzature per agire .
In realtà questi nuclei alla fine diventarono molto di più che piccoli squadroni addetti alla pulizia del pianeta dal pericolo terrorista in barba alle leggi ufficiali.
Nelle intenzioni di Tenet, che fece affidamento sull'esperienza e i contatti nell'Europa dell'est della sua controparte inglese, i centri antiterrorismo dovevano essere una espansione di Bagram, la famigerata prigione afghana dove i presunti terroristi venivano seviziati in tutte le maniere applicando programmi di sperimentazione vecchi e nuovi. Tra questi l'Mka ultra, autorizzato negli anni cinquanta per testare gli effetti delle sostanze psicotrope in modo da ricavarne indicazioni utili a creare dei super uomini immuni allo stress o anche metodi per indurre alla confessione. Dall'Lsd ai barbiturici, con l'aiuto di aziende private ed università, la Cia fino ad almeno il 1970 si dedicò allo studio della mente.
Tenet ad un certo punto sentì il bisogno non solo di creare una rete di appoggio che andasse oltre i confini dell'area Af-Pak, ma di aggirare gli ostacoli costituiti da leggi, tribunali e lungaggini burocratiche.
I counterterrorist centres costituivano un ponte diretto tra la Cia e i governi dei Paesi che collaboravano alla lotta contro il terrorismo. Tenet dialogava con capi di governo, comandanti dell'esercito, direttori delle agenzie di intelligence che gli comunicavano quelli che erano i propri bisogni e lui li faceva coincidere con quelli del contrasto al terrorismo. Con buona pace di parlamenti e volontà popolare. Questo è il danno maggiore fatto dal programma delle rendition al di là dello strazio umano arrecato a singoli individui ed intere famiglie.
Se oggi ci ritroviamo di fronte a guerre discutibili come quella in Yemen, è perchè Tenet a suo tempo non si limitò a ripulire la scena dai qaedisti ma aiutò Abdullah Saleh nel mettere a punto la repressione interna. Forte di un budget stratosferico che il congresso puntualmente concedeva alla Cia, riforniva governi più o meno democratici di armi e tecnologia o anche soldi. Li costringeva, anche se questi poi alla fine gradivano, a scelte impopolari con il miraggio di un ingresso in Nato o di un free trade agreement che li avrebbe resi paperoni.
A questo proposito sarebbe interessante sapere, visto che Sabrina De Sousa ha raccontato della visita statunitense del maresciallo Pironi all'indomani del sequestro di Abu Omar e non certo per vacanza, se ci fu una contropartita per il Sismi e quale essa sia stata. Un altro modo per ricostruire la vicenda e assegnare le responsabilità. Fu Mancini a giocare nel ruolo di sceriffo tenendo i vertici all'oscuro o il generale Pollari ne fece un suo pupazzetto allo stesso modo in cui avrebbe agito nell'alimentare la rivalità con Calipari ? Il segreto di stato dovrebbe appunto coprire certe contropartite.

Dopo la sentenza della corte europea il senatore Casson ha dichiarato che Renzi farebbe bene a togliere il segreto. Lo dice lui che in qualità di membro del Copasir dovrebbe conoscerlo quel segreto e che qualche settimana fa (difficile credere si riferisse a Pompa e Seno unici condannati nel processo) in una intervista ha dichiarato che il sequestro di Abu Omar fu realizzato da agenti dei servizi italiani ed americani.
E' una questione di credibilità per questo governo e di dignità per la presidenza della repubblica che in maniera incomprensibile ha concesso la grazia ai sequestratori americani.

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