domenica 24 gennaio 2016

Diversità ed intelligence. Una questione di fiducia ed arricchimento.

L'ordine esecutivo 12968 sull'accesso alle informazioni sensibili firmato dal presidente Clinton nel 1995 e implementato in seguito da una serie di norme accessorie sotto la presidenza Bush, rappresentò un momento importante per molte categorie di lavoratori poichè poneva fine a qualsiasi tipo di discriminazione. Per i funzionari e gli impiegati di agenzie di sicurezza come l'Fbi e la Cia era una sorta di liberazione da decenni di mobbing e criminalizzazione. Ma non fu sufficiente a cambiare il clima che ancora regnava in quegli anni. Era necessario un passo ulteriore.
Nel 2011 la Cia aprì ad un reclutamento mirato verso gli lgbt.
La chiusura nei confronti delle minoranze e delle categorie discriminate aveva evidenziato due grandi limiti al lavoro di intelligence sul territorio : le comunità non si fidavano dell'agenzia e quindi non collaboravano e gay e lesbiche nemmeno provavano ad inviare il curriculum per cercare una opportunità di lavoro. Era difficile raccogliere notizie ed avvalersi della collaborazione di informatori in determinati ambienti e ci si precludeva l'uso di veri e propri talenti. Oggi i migliori analisti e tecnici appartengono alla comunità lgbt. Venne istituito anche un ufficio per le pari opportunità e si iniziò a celebrare il gay pride.
John Brennan fu tra coloro i quali più si spese per la causa. Ebbe l'intuizione di comprendere come l'immagine di una agenzia di intelligence di natura prevalentemente elitaria costituisse un freno all'operatività della Cia.

La stessa logica è stata seguita dalle agenzie inglesi. Le discriminazioni che una volta i servizi segreti operavano a seconda dell'orientamento sessuale o su base etnica e religiosa appartengono a quello che veniva definito un clima da guerra fredda. L'omosessualità di Burgess e Blunt e la bisessualità di Mclean non venivano condannate in quanto tali ma come caratteristiche di una personalità disturbata e quindi tendente al tradimento. Simpatizzanti del sistema politico sovietico, amanti della bella vita, uomini dai gusti sessuali particolari. Questi erano, secondo gli standard dell'epoca, segni classici di un probabile passaggio al nemico. Traditori perchè bohemienne.
Oggi per contrasto MI5 e Mi6 vanno alla ricerca di omosessuali ed altre categorie "atipiche" come musulmani, sikh, seconde generazioni. Persone il cui bagaglio non può che tornare utile all'attività di intelligence.


Il motivo ufficiale per il quale dagli inizi del novecento in molti Paesi venne posta in essere una sorta di caccia alle streghe all'interno dell'esercito e dei comparti di intelligence, era non solo la punibilità degli atti omosessuali inquadrati sotto il profilo criminale ma anche il rischio che un funzionario dei servizi divenisse facilmente ricattabile.
Una delle figure più brillanti nella storia del controspionaggio, il colonnello Alfred Redl, finì vittima dei ricatti dei russi che organizzarono vere e proprie trappole a base di giovani amanti. La sua omosessualità e il ruolo di doppiogiochista custode di una enorme mole di segreti alla fine lo spinsero al suicidio.
I russi hanno sempre usato il blackmailing dei funzionari gay all'interno dei dipartimenti della difesa e degli esteri delle altre nazioni come metodo per ottenere informazioni. La lista di persone con relazioni pericolose e orientamenti sessuali particolari era sempre ben aggiornata.
E' passato alla storia il fotografo del Kgb che urlando spuntò all'improvviso nella camera da letto di Jeremy Wolfenden, corrispondente del Telegraph e collaboratore dell'MI6, mentre si intratteneva con il barbiere del ministero del commercio estero sovietico. Venuti a conoscenza dell'accaduto, gli inglesi intimarono al giornalista di continuare a collaborare con i russi riferendo però a loro.


In generale il sesso è parte integrante dell'attività di intelligence. A Washington come a Roma le migliori informazioni si ottengono in camera da letto o per lo meno con pochi vestiti addosso.
La vasta letteratura al riguardo comprende purtroppo vicende molto tristi come quella di Alan Turing, genio della matematica in forza al GCHQ nella prima metà del novecento. Incriminato per comportamenti indecenti in quanto omosessuale e condannato alla castrazione chimica, il padre delle scienze informatiche moderne il cui lavoro salvò migliaia di vite umane, morì suicida in preda alla depressione. Anche su questo suicidio, come per quello di Redl, rimangono molti dubbi nonostante le certificazioni post mortem.
Negli ultimi anni, oltre al perdono reale giunto senza bisogno di richieste ufficiali come prassi vorrebbe, a partire da Gordon Brown, politici di rango e direttori delle agenzie di intelligence si sono scusati per la persecuzione subita da Turing e ne hanno esaltato la figura sottolineando come oggi il suo apporto all'architettura di difesa del sistema cibernetico sarebbe di fondamentale importanza.


In America le cose non andavano meglio.
Da Mccarthy a Hoover, accusati tra l'altro di essere loro stessi omosessuali, l'omosessualità veniva associata ad una personalità caratterizzata da debolezza morale. Nel 1950 una relazione del senato, in seguito alla quale veniva negato l'accesso a gay e lesbiche che aspiravano ad un impiego nel governo, esprimeva in maniera chiara come l'omosessualità costituisse una minaccia per la sicurezza nazionale. Centinaia di impiegati, individuati da liste di proscrizione, vennero licenziati.
Dalla documentazione declassificata nel corso degli ultimi decenni da parte di Cia ed Fbi, si ha la netta sensazione che il clima di guerra fredda consisteva in una vera e propria ossessione e forse spesso molte analisi e valutazioni ne uscivano compromesse. L'America è comunque uscita a testa alta da questa epoca di cui certamente non può andare fiera. Rimane sempre terra di opportunità e speranza per tutti.

Non c'è, almeno in giro su internet, letteratura in materia per quanto riguarda l'Italia.
Dovrebbe esserci comunque un'ampia casistica negli ambienti governativi.
L'approccio del nuovo corso della direzione dei servizi non è di certo di apertura o invito nei confronti delle minoranze in generale. Non c'è il clima ostile come quello creato dal Sismi per esaltare le proprie vittorie o quelle che venivano fatte apparire come tali, ma non si può nemmeno registrare un atteggiamento nuovo nei confronti della diversità intesa come arricchimento culturale.
Si spera che presto tutto ciò possa cambiare e che i servizi svolgano un ruolo di guida per il rinnovamento del Paese.






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