martedì 26 gennaio 2016

Così parlò il direttore de la Oficina Antiterrorista

Tras los atentados de París, ¿el Papa y el Vaticano están más a riesgo de atentados? -Es evidente que el carisma de su persona y la situación actual lo hace un objetivo potencial. En varias ocasiones, hemos encontrado amenazas en internet. Dicho esto, hasta la fecha, pruebas de una amenaza inminente no hay.

Ustedes espían células para obtener informaciones?
No. Cuando logramos probar que hay delito, los detenemos enseguida. Más aún, también estamos expulsando a individuos peligrosos cuando hay serios motivos de seguridad. Estas medidas las toma el ministro o el jefe nacional de la policía y se aplican, en casos extremos, también antes de que el delito se produzca.

Cuántos de los cerca de 90 yihadistas italianos que han ido a combatir a Siria han regresado a Italia? Menos de 10. Sin embargo, en nuestra lista, no están sólo los que se han afiliado al Estado Islámico o Frente al Nusra, sino también los que formaron parte de algunas formaciones laicas.

Por qué Italia es tan activa en la lucha contra el yihadismo en los Balcanes? -Allí cada vez hay más episodios de radicalismo religioso y un número alto de sujetos que quieren afiliarse a grupos armados en Siria e Irak. Es una amenaza regional y la cercanía con Italia hace tengamos que estar muy atentos.elperiodico

Intervista che chiarisce molti aspetti e offre spunti di discussione più di quanto si faccia sui media italiani.

Sui social, ma immagino che il dottor Giannini avesse come riferimento principale i forum dei jihadisti, le discussioni tra i musulmani sul Papa non mancano. E' una figura che affascina i cosiddetti moderati grazie al profondo carisma ma infiamma altri. Bene fa il Vaticano a spegnere ogni motivo di possibile scontro con il mondo musulmano. Anche se nei discorsi di al Adnani e al Baghdadi i riferimenti ai crociati non mancano mai e la foto del Vaticano è presente ad intervalli regolari su Dabiq, per adesso non sembra esserci l'intenzione di accendere i riflettori in maniera marcata sul Papa. Qualora ci fosse un appello specifico dalla leadership siro-irachena, allora questo potrebbe costituire un vero e proprio game changer.

La mancanza della figura classica dell'informatore o dell'infiltrato all'interno di gruppi criminali che per adesso manca nel panorama investigativo italiano è un buon segno perchè indica che non vi sono strutture organizzate pronte ad entrare in azione nel breve termine. E d'altra parte finora abbiamo assistito ad operazioni "lampo" che come ricordava ieri il dottor Galzerano hanno visto la polizia di stato pronta ad intervenire quando si era in presenza di una criticità che faceva presagire come tutti gli indicatori d'allarme convergessero  per scatenare una situazione di pericolo. Nel caso di Cosenza la testimonianza della famiglia che si aspettava il ritorno a casa del ragazzo partito con biglietto di sola andata e bagaglio minimo ha costituito un campanello di allerta decisivo.

Molto interessante il dato sui gruppi terroristici secolari ai quali sarebbero affiliati i foreign fighters in partenza dal nostro Paese. Difficile comprendere se il dottor Giannini si riferisse a situazioni locali come i residui del partito baathista o facesse un discorso di più ampio respiro in relazione anche a movimenti transnazionali. Tra i gruppi secolari ricordiamo quelli del Maghreb nati nel periodo successivo alle primavere arabe e soprattutto aggregazioni storiche e molto insidiose che vanno dalla Palestina all'Iran fino alla Turchia.

Anche dall' intervento del direttore dell'antiterrorismo non si riesce a capire quanto grave sia l'allarme lanciato circa il pericolo proveniente dai Balcani. Se i contatti e il reclutamento di cui si parla tanto in queste ultime settimane sono ancora espressione di quanto accertato dalle inchieste della polizia di stato nell'ultimo anno, quindi non dovremmo essere ancora in presenza di filiere organizzate in maniera massiccia, o se vi è di più.

L'impressione generale è comunque la stessa scaturita dalle dichiarazioni del dottor Galzerano a Cosenza. Ovvero di una situazione pienamente sotto controllo e meno pericolosa rispetto a quelle di altri Paesi. Se il governo si muovesse meglio in altre direzioni, il lavoro degli investigatori non potrebbe che beneficiarne. La costruzione di mezquitas autorizzate e monitorate e una volontà chiara da parte del ministro dell'interno nel portare avanti un dialogo concreto con tutte le comunità islamiche potrebbero costituire primi passi significativi.


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