domenica 27 dicembre 2015

At risk

The two countries that appear to be more at risk now are Saudi Arabia and the United Arab Emirates (UAE). The audio statement last night from ISIL leader Abu Bakr al-Baghdadi, after seven months of silence, calling for an upheaval in Saudi Arabia against the regime is proof of that. This follows a December 4 video in which both countries were singled out as enemies because of their military campaign in Yemen.oliver guitta

Un attacco orchestrato dalla Siria al momento pare improbabile.
Però sono finiti i tempi in cui i regnanti del Golfo pagavano le squadre di Bin Laden per non compiere attacchi sul proprio suolo e tenevano sotto controllo la dissidenza attraverso la polizia segreta e l'esercito cavandosela a buon mercato con qualche incursione cecena per regolamenti interni come l'assassinio di Yandarbiyev e Sulim Yamadayev.
Che il gioco stia cambiando lo dicono gli attacchi ripetuti all'Arabia Saudita ai confini iracheno e yemenita. Gli interessi divergenti delle potenze del golfo e la spregiudicatezza del Qatar costituiscono il campanello d'allarme di questo cambiamento. I finanziamenti a Daesh e ai loro sostenitori locali verranno orientati anche in funzione delle lotte interne ai regimi arabi proiettate verso l'Egitto e la Libia. Una polveriera pronta ad esplodere. Putin e gli ayatollah sono pronti al varco.

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