«Sto bene, qui sono utile, faccio logistica»
Papà Roudani aspetta sua figlia. «Forse un giorno tornerà a casa»corrieredelveneto
Non torna più. Questa è l'unica cosa certa.
Anche volesse tornare a chi interessa in questo Paese riportarla a casa ?
Tempo fa nel solito salotto televisivo la Meli pontificava sull'Islam, religione a suo dire simbolo di oppressione e violenza. Che detto da una che all'analisi politica preferisce il menù quotidiano di Renzi, è proprio tutto dire.
Il buon Stefano Zurlo che mastica di queste questioni da anni e pur avendo idee di un certo tipo ha anche maggiori conoscenze e capacità intellettive, ha obiettato che non è il caso di fare di tutt'erba un fascio. E le ha spiegato come sono composte le comunità musulmane e che se da un lato è vero che queste sono molto divise e poco rappresentative della realtà italiana quindi è difficile trovare in loro un interlocutore, è anche vero che siamo noi stessi che facciamo fatica a darci una identità e a dialogare.
In queste settimane in merito alla "nostra identità e ai nostri valori" si è detto di tutto. Chi pensa di essere rappresentato dal presepe o dalla croce e chi vede nel vino e nel maiale il nemico da opporre agli islamici. Per non citare il popolo di Oriana.
Però non si riesce a trovare una identità precisa tantomeno i valori.
Le famose radici cristiane esaltate dal ministro Alfano fanno a pugni con una realtà che racconta di ragazzine di dodici anni che vanno a letto con uomini di cinquant'anni per una ricarica telefonica e di signore che per non pagare il conto all'idraulico egiziano chiamano i carabinieri dicendo che è un terrorista.
Poi c'è anche la realtà delle parrocchie che tanto bene fanno a questa Italia confusa però si fa fatica a riconoscerle nel marasma generale. Un pò come è difficile trovare i cosiddetti musulmani moderati oscurati dai tagliagole di Daesh.
Forse sarebbe il caso di fare i conti con il fatto che le radici cristiane rappresentano vari tipi di cristiani. Quelli veri e quelli da panettone e presepe. E che ci sono anche gli atei. Parecchi. E anche i musulmani, i sikh, i buddhisti, i marocchini buoni e quelli cattivi.
E poi ci sono quelli come Meriem che per sentirsi utili sono scappati in Siria in nome della religione del terrore come la chiama lei.
Ai miei tempi bastavano un paio di ceffoni ben assestati da mio padre e un'ora di strilli di mia madre per riportarmi con i piedi per terra quando sparavo stupidate.
Ai ragazzi di oggi bisogna dare di più.
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