domenica 8 novembre 2015

Singolari

Singolari, tra le intercettazioni captate dal Ros, quella del 19 giugno 2004, registrata durante un incontro a San Vittore tra Faycal Cherif e il fratello Said, detenuto. «Sai che un egiziano è stato rapito dal Ros dei carabinieri di Milano? - dice Faycal - È stato consegnato agli americani che lo hanno trattenuto per tre giorni. Poi gli americani lo hanno affidato alle autorità egiziane...». Ineccepibile e stupefacente il racconto. Perché a quella data nessuno, in Italia, sapeva che a rapire Abu Omar, con la Cia, ci fosse anche un maresciallo del Ros. Bene informato, il fratello islamico.
corriere novembre 2007
Trattenuto dai poliziotti della squadra mobile di Agrigento nel centro di accoglienza di Lampedusa assieme ad altri tre, ritenuti gli scafisti che avevano organizzato la traversata dalla Libia in Sicilia, per tre giorni Ben Nasr Mehdi ha continuato a sostenere di essere scappato dal suo Paese, la Tunisia, per motivi politici e di chiamarsi Mohamed Ben Sar. Poi la verità è emersa: sottoposto al controllo dell'Afis, il sistema automatizzato di identificazione delle impronte, il leader della cellula terroristica è stato smascherato ed arrestato. In pochi giorni, con eccezionali misure di sicurezza, è stato rimpatriato nel suo Paese e affidato alle autorità di polizia tunisine.repubblica novembre 2015

L'intercettazione confermerebbe la tesi della De Sousa sul fatto che la magistratura italiana avrebbe puntato sul primo fesso che ha trovato (il maresciallo Pironi) per non prendere i pesci grossi.
Evidentemente gli avvocati di Reda e Ghali, che diedero un contributo importante per ricostruire la dinamica dei fatti, seppero dell'evoluzione delle indagini e la comunicarono ai loro clienti.
Le notizie in una piccola comunità corrono velocemente e in maniera distorta.
Infatti il dettaglio dei tre giorni dovrebbe essere infondato.

La notizia non è che Mehdi fosse tra i profughi. Nessuno esclude tale possibilità.
Ma che il sistema di identificazione abbia funzionato.
A oggi i vari direttori dell'intelligence americana e i membri delle commissioni di controllo continuano ad accusare l'Europa ed in particolare l'Italia di non attuare misure sufficienti ad identificare chi entra ed esce dal nostro Paese.
Adesso è importante accertare i veri motivi della venuta in Italia del tunisino e se abbia ancora una rete attiva al nord.

Visto che sarebbe sbarcato il mese scorso in seguito ad una espulsione dalla tunisia sorge spontaneo chiedersi :
non  si è trattato di una sorta di avvertimento da parte del governo tunisino in vista della sentenza Touil ? Che cosa sanno i nostri servizi di questa storia a parte la pericolosità del soggetto ?

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