giovedì 29 ottobre 2015

Dignità

Quello che mi ha colpito in lui è stata la sua grande autorevolezza e il fatto che, abbia saputo gestire, in un territorio così complesso come Napoli, delle missioni storiche: dall'arresto di Iovine a quello di Zagaria subito dopo. Claudio Gioè 
È un duro, è un leader vero, gli agenti lo chiamano capo. È un uomo riservato, per nulla esibizionista. Pisani non l'ho mai sentito lamentarsi del processo. I dirigenti della Polizia sono uomini di un'altra caratura, sono servitori dello Stato, ragionano in maniera diversa.
Pisani mi disse 'i latitanti compiono atti criminosi, il mio dovere è privarli della libertà, ma non della dignità. Luca Bernabei

L’autorevolezza è l’elemento spiazzante del personaggio Pisani e al tempo stesso quello sul quale poggia il suo fascino. Unita ad una certa dose di distacco e di apparente freddezza induce l’interlocutore che gli si para davanti o che in qualche modo interagisce con lui a pensare :
ma com’è che ho a che fare con questo qua ?
Un po’ la stessa impressione che dà Rizzi. La sacralità con la quale entrambi si esprimono in fondo tende ad allontanare o a mettere dei paletti ben precisi oltre i quali non si può andare.
D’altro canto è rassicurante che di qualsiasi cosa si discuta con Pisani, seria o faceta che sia, si può essere certi del fatto che un suo pronunciamento è solo a proposito di persone e questioni che ben conosce. Non azzarda valutazioni campate per aria.
Poi c’è il lato privato conosciuto ad amici e parenti che lo rende più umano e persino simpatico.
Il quadro di insieme che si riesce a tracciare è quello di una persona profondamente consapevole delle proprie capacità ma anche dei limiti. Il carisma che lo caratterizza è forse quello che assieme ad altri fattori lo ha messo nei guai.
Per chi non lo conosce oppure lo conosce solo superficialmente Pisani rappresenta più una sfida che un momento di incontro. Una sorta di dottor Jekyll e Mr. Hide che i magistrati ad un certo punto hanno creduto di smascherare con l’inchiesta Megaride.

Da sempre la fiction anche ispirata a vicende e personaggi veri, costituisce un momento importante per la polizia di stato per rispolverare la propria immagine e rinsaldare il rapporto con la popolazione.
Questa serie in particolare è un'occasione anche per il governo per dimostrare la vicinanza a Napoli e a tutta la Campania al di là dei classici problemi derivanti dal disagio sociale e dalla camorra.
Ma più che in altre fiction in questa risulta essere centrale la figura del poliziotto.
Pisani e i suoi uomini sono un riferimento umano e professionale per molti.
Quello che però non sfugge quando si incontra un Pisani qualsiasi è appunto la caratura.
Diceva un paio di giorni fa il prefetto Pansa che la polizia di oggi non è più quella del 2001.
Che sia a livello operativo che umano la polizia di stato è riuscita a riorganizzarsi e a migliorarsi e soprattutto nelle manifestazioni di piazza i suoi uomini riescono ad andare oltre le motivazioni dei manifestanti.
Pareva di sentire lo stesso capo della polizia che pensò ad un hackeraggio del profilo del dirigente polfer siciliano colto sul fatto mentre si esprimeva in maniera poco dignitosa per la divisa che portava. Di sicuro il prefetto sta facendo del suo meglio affinchè gli uomini della polizia di stato del futuro siano più equilibrati ed educati. Al momento i risultati sembrano ancora modesti.
Bisognerebbe ricordare loro che è troppo facile celebrare Pisani quando porta a casa un risultato eclatante o esce a testa alta da un processo.
Si deve prendere esempio dal Pisani che fa si che la legge venga rispettata anche e soprattutto in presenza di un presunto colpevole o che non mette al servizio della politica la sua funzione di tutore della legalità e che parla dei migranti non con odio e disprezzo ma con grande compassione e comprensione per le loro tribolazioni.
Una fiction non risolve i problemi ma di certo riesce ad inquadrarli e un uomo semplice e rigoroso come Pisani può essere fonte di ispirazione per tutti noi.


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