venerdì 11 settembre 2015

Quando si dice la faccia come il (re)butt(al)

“‘Senate report?’ … Just not true … it was a report of the Democrats on the Committee, led by the then Chair, Dianne Feinstein,”
“The media had a responsibility to make clear that this was a report by only one side of the aisle. By failing to characterize the report as such, the media gave the report more credibility in the eyes of the public than it deserved.” Michael Morrell


Mike Morrell è uno di quelli che quando parla di terrorismo bisogna ascoltare in silenzio. Le sue analisi e previsioni sono gemme preziose.
Però quando si lancia nella difesa strenua delle rendition ricorda un pò chi qui da noi, colto con le mani nel sacco, disse che era venuto il momento di rispolverare quanto di buono aveva fatto la nostra intelligence visto che in Italia non c'erano stati attentati. Come se i meriti per servizio cancellassero i torti.

Da uomini coraggiosi che combattono il crimine ogni giorno e hanno fatto del servizio allo stato la propria ragione di vita, uno si aspetterebbe una assunzione di responsabilità o per lo meno una difesa retta da basi più logiche e concrete.
Questo manca alla raccolta di testimonianze di uomini prestigiosi della Cia in uscita in questi giorni.
Nascondersi dietro allo scaricabarile di Obama o alla politicizzazione del lavoro della commissione Feinstein non è una difesa sufficiente.
E' appunto solo un modo per nascondersi.

Tra le iniziative belle della Cia invece (ce ne sono tante) è da segnalare la presentazione tra pochi giorni che John Brennan farà della declassificazione dei documenti (in seguito disponibili per il pubblico sul sito dell'agenzia) relativi ai briefing giornalieri che i presidenti americani da Lyndon Johnson a Kennedy tenevano con i loro staff.
Sarà un'occasione utile a comprendere secondo quali meccanismi i governi prendono decisioni importanti dopo aver acquisito informazioni da tutti gli organi deputati.

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