giovedì 3 settembre 2015

L'ultima ballata sulla rotta del trifoglio

Negli ambienti dei servizi si suggerisce discretamente che americani e iraqeni avevano accettato l'operazione (ma non il riscatto di cui non erano informati), purché, una volta liberata, la Sgrena fosse portata in un luogo sicuro (per esempio l'ambasciata italiana). Lì sarebbe stata interrogata.
Forse sarebbero emersi la natura e la composizione del gruppo dei rapitori, nonché l'avvenuto pagamento di un ricco riscatto. E perché, nemmeno una guida del posto, abituata a girare in città e fuori con dimestichezza con le modalità di installazione dei posti di blocco?

Concludendo, se Calipari è caduto durante la missione, è evidente che poteva «cadere».
E non è una banale tautologia: è la drammatica constatazione che non tutte le misure di sicurezza erano state prese, che mancava la piena conoscenza delle procedure dei posti di blocco americani e che, infine, nessuno aveva avvisato Calipari e Carpani che la zona dell'aeroporto quella sera era «off limits».
Marioli e Castilletti avrebbero dovuto sapere. Tragica fatalità e non solo. Un'ennesima vicenda italiana. Non si analizzano i fatti né le cause. «Parce sepulto».domenico cacopardo

Un caro amico che ha lavorato nella green zone alcuni mesi dopo il tragico epilogo sulla route irish, mi raccontava di quanti iracheni sono morti in condizioni anche peggiori del dottor Calipari.
Solo che di loro non importa niente a nessuno.

Che sull'operazione di liberazione ci fosse indecisione (si spiegherebbe così il plotone sismi rimasto in stand by ad Abu Dhabi e al solito in albergo extra-lusso che pare quasi un obbligo per gli uomini dei servizi) e che magari Carpani e gli altri seppur ottimi elementi, agirono in maniera a tratti sconsiderata, ce lo dicono altri particolari.
La route irish è la più pericolosa ma non ci sono alternative valide.
Suona strano che Calipari e Carpani in momenti tanto delicati stessero al telefono con il direttore del servizio e il presidente del consiglio.
Addirittura Carpani secondo gli americani sarebbe sceso dalla macchina con le braccia in alto e il cellulare in mano urlando di non sparare perchè erano dell'ambasciata italiana.
Il mio amico si è sempre mosso in elicottero per andare in aeroporto ma all'interno della stessa green zone una volta rischiò di essere ucciso da un ragazzetto della guardia nazionale della louisiana (quindi nemmeno un soldato) perchè pensava che il suo cellulare potesse essere un dispositivo per attivare esplosivi.
E questo è un altro punto. TCP o BP che siano, almeno all'epoca in servizio in quelle postazioni c'era il peggio del peggio.
Ovvero ragazzi di vent'anni addestrati a sparare come se fossero al luna park.
Anche se Carpani avesse accelerato di un solo chilometro al di sopra del consentito, Lozano ha fatto quello per cui era stato addestrato. Ha sparato ad un bersaglio in movimento.
Il fatto che alla fine i governi italiano ed americano si siano in fondo tacitamente arroccati su posizioni di comodo per giustificare gli eventi non deve stupire. L'interesse nazionale prevede anche questo. E Calipari lo sapeva benissimo. Se non gli fosse piaciuto avrebbe fatto un altro mestiere.

Chi è stato in medio-oriente per almeno sei mesi sa perfettamente in che razza di gentaglia ci si può imbattere. Gente che per tirarti fuori dei soldi venderebbe l'anima al diavolo.
Nemmeno un uomo sismi sarebbe in grado di fronteggiarli o per lo meno di capirne a fondo la mentalità e i modi o perfino di iniziare trattative e dialoghi.
E' quello che non convince della versione di Polo che tenta di fare un santo di Calipari in contrapposizione alla solita figura oscura incarnata da Mancini.
Polo ci parla di una soluzione che prevedeva una sorta di mediazione politica che sarebbe stata invisa agli americani. Questi non sono discorsi da fare nel pieno di una emergenza rappresentata da un ostaggio da liberare e soprattutto non sono tematiche che un singolo uomo dei servizi o anche un comparto sono in grado di sviluppare.
Si tratta di questioni da affrontare in ambito governativo e diplomatico. Scelte di ampio respiro da portare avanti in tempi lunghi.
Se attrito ci fu, allora questo doveva essere semplicemente a livello di scelte operative.
Il dottor Mancini evidentemente riteneva di avere dal terreno un corredo di informazioni tale da consentire una operazione di salvataggio. Calipari era per una risoluzione meno rischiosa.
Quella che è ormai prassi per la tradizione italiana. Il pagamento di un riscatto.
Io credo che se non ci fossero questo tipo di scontri all'interno di un servizio segreto militare allora ci sarebbe da preoccuparsi. Che si disponga degli uomini migliori lo si deduce da quante opzioni questi sono in grado di offrire in momenti critici.

L'abitudine tutta italiana di costruire degli eroi dopo che sono morti e servirsene per sostenere le proprie cause è tipica di una mentalità obsoleta che non ci farà mai stare alla pari di Paesi avanzati.
Ci sono tante ragioni concrete e logiche per criticare i nostri servizi segreti passati e presenti o l'America di Bush ed Obama.
Ci sono altrettanti punti per dimostrare che il dottor Mancini al di là della sua indiscussa professionalità è un essere umano come tanti che ha commesso errori e per questi ha pagato e comunque lo si può tuttora criticare. Anzi è un dovere. Anche noi cittadini dovremmo essere in grado di offrire un vasto ventaglio di opzioni sulle quali riflettere.
Se la signora Sgrena e Polo hanno argomenti in merito e sono in grado di sviscerarli allora lo facciano.
Ma lascino in pace i cadaveri e quelli che gli sopravvivono.

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