sabato 26 settembre 2015

Il segreto di Pulcinella

Quando il direttore del Dis afferma che una eventuale soluzione dei conflitti nelle zone calde del medio-oriente e dell'Africa settentrionale non arresterebbe il flusso dei migranti e quindi non risolverebbe il problema nella sostanza, dice una grande verità.
Però omette anche di sottolineare che la guerra è produttore e veicolo di attività criminali.
Se riuscissimo per lo meno a contenere i conflitti nell'area siro-irachena e in libia, si ridurrebbero grandemente i rischi legati alla proliferazione del terrorismo.
Questo approccio dell'Ambasciatore Massolo è indice di come i servizi in fondo operino da baluardo per il governo perchè spesso omettono di citarne i fallimenti.
La politica estera del governo attuale sui fronti caldi del mediterraneo e in medio-oriente è praticamente inesistente e quindi fallimentare.

Lo stesso discorso vale per per l'uso che si fa da qualche decennio a questa parte del segreto di stato.
Tende a coprire gli interessi particolari più che quelli dello stato.
E i servizi non sembrano dispiacersene.
Finchè sui media si continua a battagliare sulle colpe dei Pompa e dei Mancini, si elude quello che è il problema vero. L'individuazione dei responsabili reali che sono di certo ai vertici dell'intelligence ma anche nel governo.
Mentre in America c'è stata una timida ribellione all'ennesimo scarica-barile messo in atto da Obama per giustificare la sottovalutazione iniziale del pericolo Daesh e una vera e propria rivoluzione degli analisti che non ci stanno a vedere manipolate le proprie valutazioni, da noi ci si accontenta di scontri da pollaio e promozioni o nomine.
Finchè qualcuno non cerca di cambiare questo stato di cose con gli strumenti che la nostra democrazia offre, il segreto di stato rimarrà una presa in giro.

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