mercoledì 9 settembre 2015

Ah è al Zawahiri non al Zarqawi ?

Sempre lui. Silente per un anno. Adesso manda messaggi a go go.
Quest'ultimo audio, primo di una serie di lezioni intitolata primavera islamica, a giudicare dal tenore e dalle tematiche dovrebbe essere stata registrata più o meno sei mesi fa.
Delegittimazione del califfato e di Abu Bakr al Baghdadi ma lealtà alla causa anti-occidentale.
Questa pare essere la sostanza del discorso. Al Zawahiri ha rinfacciato al califfo di aver diviso la ummah (comunità islamica) e di non aver mai sostenuto abbastanza tutte le battglie dei musulmani in giro per il mondo da Gaza alla Somalia. Ha ricordato comunque che gli obiettivi sono comuni. Un colpo al cerchio e uno alla botte. Quasi a intendere che se si liberassero di abu bakr o se questi cambiasse impostazione, ci potrebbe essere non tanto una fusione ma collaborazione.

Ha poi lodato gli sforzi del mullah Omar e accettato il patto di alleanza sottoscritto dal nuovo leader di al Shabaab.
Patto che però in primavera sembrava vacillare. Per di più ad inizio estate ci fu un messaggio in cui Daesh esortava ad attaccare un pò in tutte le terre in cui i musulmani sono oppressi. L'impulso venne allora da al Adnani in un momento in cui si pensava che abu bakr al baghdadi fosse in fin di vita. Infatti anche qualche agenzia di intelligence provò a fiaccarne la leadership o forse si trattava di un test, spingendo sui giornali tedeschi ed inglesi la storia di Haji Bakr e la narrativa secondo la quale Daesh altro non sarebbe che una versione aggiornata dei baatisti.
Tutti questi riferimenti portano a pensare che l'audio lanciato oggi risalga alla primavera-estate di quest'anno.
Si tratta insomma di un al Zawahiri non tanto disperato ma preoccupato al punto giusto.

Dal Pakistan intanto mullah Dadullah fa sapere con un lungo intervento in video che non ha gradito la nuova leadership affidata a mullah Mansour, con tutta probabilità benedetta anche dai servizi segreti pachistani, e si è lamentato accusandoli appunto di essere stato incaricato di compiere attentati contro gli afghani.
Il che spiegherebbe le continue pressioni americane sul governo pachistano.
Anche in questo caso non si possono fare altro che ipotesi.
Il dialogo tra forze di sicurezza afghane e pachistane è oggettivamente difficile e improduttivo nonostante la nuova leadership afghana abbia creato atmosfere nuove e incoraggianti.
Ciò su cui sta forse lavorando il generale Akhtar è un compattamento dei talebani in funzione anti-Daesh il che ovviamente ha i suoi effetti collaterali difficili da tenere sotto controllo.
Però è meglio di niente.

Ma Marco e Cornelia le sanno 'ste robe o stanno sempre a studiarsi il terrorismo liquido del cardinal Massolo ?

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