giovedì 6 agosto 2015

Verso la fase due




Qualche giorno fa la commissione per la sicurezza nazionale americana nel presentare un aggiornamento sul rischio terrorismo faceva notare che l'escalation di attentati sul territorio sta evidenziando come gli obiettivi sono adesso in prevalenza di tipo militare.
Si tratta di una evoluzione abbastanza fisiologica confermata quest'oggi dall'attacco alla moschea di Abha, luogo di culto riservato alle forze speciali saudite.
Non è la prima volta che obiettivi delle forze di sicurezza vengono presi di mira. Nelle aree di confine è anche abbastanza comune.
Noi siamo fermi ancora per quanto è dato sapere alla jihad della parola. Se però arrivassero segnali consistenti dalla leadership di Daesh in Siria ed Iraq potremmo passare direttamente alla fase due.

Giorni fa il direttore dell'Fsb sottolineava come il dato più allarmante dell'incremento del numero di foreign fighters globale è rappresentato dall'allargamento del ventaglio di nazioni di provenienza.
Segno preoccupante che la nostra controffensiva in medio-oriente non sta dando i risultati sperati e che il messaggio inviato soprattutto via internet ai potenziali combattenti sta avendo più successo di quanto forse la stessa macchina mediatica di Daesh avesse programmato.

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