mercoledì 12 agosto 2015

E che avevamo dubbi

Grande imbarazzo ai vertici dei servizi segreti italiani per la designazione di Fiamma Nirenstein come prossimo ambasciatore d’Israele in Italia. 
La giornalista con doppio passaporto ha infatti un figlio nell’Aise, il servizio segreto estero, che presta servizio a Roma dopo essere stato impiegato in piazze importanti come Washington e Bruxelles. 
Il figlio di primo letto della Nirenstein, ricordano a Forte Braschi, entrò per volontà del prefetto Emilio Del Mese e si è fatto ben volere da tutti. Il problema è che per i regolarmenti interni del Servizio le nostre spie non possono avere relazioni o rapporti di parentela stretta con personale diplomatico estero. 
Ragioni di elementare prudenza e riservatezza. Funzionari di Aise o Aisi che si sono sposati anche con l’ultima dattilografa di un’ambasciata straniera sono stati rimandati agli uffici e ai corpi di provenienza. 
Figurarsi il caso di un funzionario che si ritrova la madre ambasciatore, e per di più di un Paese non appartenente alla Nato come Israele. Insomma, Nirenstein junior andrebbe spedito in qualche ufficio civile di Palazzo Chigi, ma c’è già chi dice che invece resterà tra le barbe finte, seppure “a distanza di sicurezza”: Tokyo. Dagonews

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io ci credo anche che è un brav'uomo.
Però se noi musulmani facciamo una vita d'inferno è anche per gli articoli di mammà.
E infatti a suo tempo migrai. Che vita è qua ?
Purtroppo poi sono tornata e non riesco più ad andar via.
Tokyo non mi attizza.
Io sarei più per Kabul o Islamabad. Teheran magari.
Insomma posti dove se ti attraversa la strada una capra in pieno centro è anche normale e la gente non ti odia a prescindere.
Però bisogna accontentarsi.
Piccolo Nirenstein ti invidio. Sei libero di scegliere la vita che ti piace.

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