lunedì 31 agosto 2015

Con tutto ciò che questo comporta

The discovery could hold a potential of 30 trillion cubic feet of lean gas in place covering an area of about 100 square kilometres. Eni’s CEO, Claudio Descalzi, has recently travelled to Cairo to update Egypt’s President ...

Per l'Egitto significa l' autosufficienza energetica, con tutto ciò che questo comporta, compresa una maggiore stabilità in tutta l'area. Per l'Italia l'opportunità di importare una parte di quel gas che l'Egitto non userà. E per il nostro Gruppo significa ovviamente mettersi al sicuro in termini di riserve e di produzione di gas per il futuro.




L’effetto principale tra quelli a breve termine che De Scalzi sperava di generare lo abbiamo visto stamattina alla riapertura delle borse. C’era evidentemente qualche grossa operazione da chiudere ed Eni aveva bisogno di un clima favorevole.
La notizia di un giacimento in Egitto inoltre dà la possibilità all’Italia di frenare per qualche tempo la serie di minacce e ricatti che i protagonisti della scena politica libica mettono in atto di volta in volta per avere un ritorno finanziario e militare a proprio favore. L’ipotesi che il baricentro energetico del nord-Africa targato Eni possa subire uno spostamento anche minimo sul versante egiziano dovrebbe frenare sbarchi e rapimenti almeno per un periodo di tempo ragionevole.
Non ultimi sono i vantaggi per lo stesso De Scalzi che molti davano in partenza a causa della presunta maxi tangente in Nigeria e dei soci in affari congolesi del colosso italiano dal background non proprio edificante.

Nel lungo periodo però le prospettive derivanti dalla presenza di un giacimento di enorme portata in Egitto, di cui in fondo sappiamo poco o nulla e nè possiamo dare per certa la notizia, sono appunto quelle di uno stravolgimento degli equilibri non solo energetici ma soprattutto geopolitici.
Ragion per cui non mi spiego l'entusiasmo del dottor De Scalzi e neppure l'enfasi data dall'Eni al lancio della scoperta sui media.
Tra l'altro le indicazioni dell'Ambasciatore Massolo in tal senso dovrebbero essere di fondamentale importanza.
L'indipendenza energetica dell'Egitto può servire in una certa misura a ridimensionare Russia e Turchia posto che gli Stati Uniti dispongano di una strategia politica adeguata da affiancare .
Ma un piano anti-Turchia di tenore simile era già stato posto in essere dall'Egitto mesi addietro assieme a Grecia e Cipro. Da allora alla Turchia è stato garantito il diritto di bombardare i curdi e continua a non cooperare nella lotta a Daesh.
Il malcontento che un enorme giacimento provocherebbe tra gli alleati del Golfo peggiorerebbe già fragili equilibri.
E anche Israele non farebbe salti di gioia.

In generale tutti hanno compreso ormai come al Sisi sia un dittatore della peggior specie.
Se con Mubarak si riusciva anche a mediare, con il nuovo presidente l'impresa è più ardua.
Ne sanno qualcosa gli americani che stentano ad iniziare qualsiasi tipo di approccio.
Non conviene dargli tanto potere e non riusciremo a farci accordi convenienti per noi.
A mio parere però questa notizia, se di notizia si tratta, si sgonfierà nelle settimane a venire.
Giusto il tempo necessario a sortire gli effetti sperati nel breve periodo.

Nessun commento:

Posta un commento