Mentre leggevo la biografia di Kim Philby mi sono chiesta come abbia fatto uno tra i migliori agenti segreti di tutti i tempi, un uomo che aveva lo spionaggio nel sangue, a commettere un errore di valutazione così grossolano in relazione all'unione sovietica.
Personalmente non gli addebito nemmeno le centinaia di morti che il suo tradimento avrebbe provocato secondo un gruppo di storici. L'attività di intelligence è per sua natura portatrice di morte.
Chi protegge gli interessi di una nazione lo fa a qualsiasi costo.
I morti sono sempre morti "al di là" delle bandiere.
E a chi sottolinea il tradimento alla patria o ad un giuramento, andrebbe fatto presente che chi lo ha addestrato o difeso fino all'ultimo ha le sue colpe.
Grandi colpe. Quelle di essersi lasciato ammaliare da un sorriso affascinante e non aver avuto sentore di quel sentimento di "non appartenenza" che lui stesso confessò in una intervista verso la fine dei suoi anni mentre passava i giorni e le notti ubriaco proprio in unione sovietica.
Dovette vivere lì per comprendere il fallimento di un sistema in cui lui per primo aveva creduto.
Immagino che Rizzo abbia fatto pellegrinaggi annuali in unione sovietica sin da bambino e non disdegni tuttora la Russia di Putin.
Io la visitai nel 1987 in piena perestroika e non dimenticherò mai le ragazze che lavoravano in albergo pronte a pagare per avere magliette colorate e assorbenti veri, loro che erano costrette ad assemblarli mettendo del cotone nella stoffa.
E quel pezzo di formaggio schifoso sporco ai limiti delle norme che attirava folle di massaie non appena veniva esposto al bancone dei salumi.
L'idealista è un ottimista perchè vede solo il bello. Quello che non è stato ancora realizzato ma che si spera accadrà.
Il realista pessimista riesce invece a vedere solo le miserie della vita.
Ci vorrebbe una via di mezzo per essere felici e concreti.
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