giovedì 23 luglio 2015
Ristrettissimi
intervista via youtube
Diceva il dottor Giannini ieri in conferenza stampa che la vera sfida per la polizia attualmente è comprendere come gli aspiranti terroristi integrino le loro attività di indottrinamento sul web con la pratica sul territorio.
Nello specifico i due soggetti mentre acquisivano in rete conoscenze su armi e potenziali obiettivi, seguivano le attività in strada delle forze dell'ordine per carpirne abitudini e modus operandi.
In questa intervista inoltre il capo dell'anti-terrorismo inquadra ulteriormente il momento di incontro tra i protagonisti in "ambienti ristrettissimi".
Ciò mette in evidenza come il lavoro di approfondimento e riflessione sulle attività integrate dei jihadisti sia reso più difficile dalla quasi impossibilità di infiltrare gli ambienti in cui essi interagiscono.
Quelle famose operazioni esca di cui lamentavo la mancanza sono difficili da realizzare oggi che le moschee non costituiscono più luogo di incontro e pianificazione.
Quindi le valutazioni sulle intenzioni da parte degli investigatori vanno fatte per lo più basandosi sui dialoghi in chat e diventa critico il momento da scegliere per intervenire e fermare i sospetti.
Ecco spiegata forse anche la maggiore facilità con la quale diversi ragazzi, ultima in ordine di tempo la giovane di origine marocchine di Padova. riescono a fuggire verso le zone di guerra nonostante siano strettamente monitorati.
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