giovedì 30 luglio 2015

Irrituale

Le voci però non si sono fermate. E la Procura, che aveva acquisito le relazioni di servizio redatte dal colonnello Cagnazzo sul caso, ritenute dal procuratore Franco Roberti (all’epoca dei fatti capo dei pm a Salerno, oggi procuratore nazionale antimafia) in grado di fornire un contributo prezioso alle indagini, ha dovuto scandagliare, doverosamente, anche questo capitolo investigativo. I due militari sono stati pertanto iscritti, anche a loro tutela, nel registro degli indagati. Le verifiche sono state condotte a tutto campo. Ma testimonianze, intercettazioni telefoniche e ambientali, indagini telematiche e bancarie non hanno consentito di ottenere riscontri né conferme. Per quanto riguarda Cagnazzo e Molaro, dunque, il caso è chiuso.
repubblica

Anche il colonnello Cagnazzo che mi pare sia considerato in Campania un sorta di alter ego di Pisani e allo stesso modo gode a periodi alterni e a seconda delle circostanze di stampa più o meno amica, ha un modo tutto suo di indagare.
O meglio un approccio particolare che lo porta a "sporcarsi le mani" come Pisani nel rapporto con i confidenti.
Ricordiamo l'episodio citato in maniera molto vaga nel corso del primo processo per riciclaggio e mai realmente approfondito a quanto è dato sapere secondo il quale il colonnello avrebbe tentato di parlare con uno dei fratelli Iorio il giorno prima di una convocazione in caserma.
Si tratta semplicemente anche in questo caso di andare oltre le righe non tanto del lecito quanto del bignami del perfetto investigatore che magari permette di evitare fraintendimenti e processi però porta forse pochi risultati.
Il metodo dell'investigatore fuoriclasse in un ambiente complesso come quello campano o anche del sud in generale (il colonnello Grazioli intercettato al telefono con un soggetto poco raccomandabile e mentre lo apostrofava con un semplice "amico mio" fece scalpore all'epoca dell'arresto ) può risultare un'arma a doppio taglio.
Visto che si tratta di una zona grigia che spesso sfugge alle norme e ai protocolli si potrebbe tentare almeno di mettere in chiaro in maniera preventiva certi dettagli e abitudini con i magistrati assieme ai quali solitamente si lavora.

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