domenica 5 aprile 2015

Porti passati .

Stamane sul corriere Fiorenza Sarzanini raccontava nei dettagli la vicenda dei quattromila passaporti difettosi mandati al macero dalla Questura di Milano per il tramite del poligrafico dello stato ma evidentemente mai arrivati a destinazione e capitati in cattive mani.
Si tratta di una storia già accennata sull'espresso a metà Gennaio.
Tra le varie destinazioni che questi passaporti avrebbero preso il settimanale citava l'Australia.
Ma in tempi in cui l'allerta terrorismo è alta di sicuro i percorsi, come indicato anche dal Corriere, sono stati molteplici.
Il motivo per cui la polizia di stato ha deciso di rendere noti i contorni della vicenda attraverso uno dei suoi canali stampa più accreditati potrebbe essere che le indagini stanno volgendo a conclusione, infatti si parla di presunti impiegati "infedeli" già individuati, ma ha bisogno di ulteriori prove e complici.
Una operazione esca per farla breve.

Piero Messina nel suo reportage che prendeva spunto dalla disamina di un fascicolo conservato al Viminale e contenente una serie di informative relative al periodo aprile-dicembre 2014, riferiva di una segnalazione dell'Aise circa un visto concesso per sbaglio dalla nostra ambasciata in Yemen ad un trafficante d'armi locale che aveva affari in nord-Europa.
I visti per l'Italia concessi a cittadini o residenti del Golfo sono particolarmente difficili da ottenere.
Bisogna illustrare una motivazione concreta per il viaggio, presentare biglietto aereo di andata e ritorno e prenotazione in albergo oltre ad una dichiarazione della banca e del datore di lavoro che attestano che il soggetto richiedente ha impiego e stipendio garantiti per almeno sei mesi.
E anche quando tutti questi requisiti sono soddisfatti, in genere l'addetto al rilascio "cerca" di trovare qualche inghippo per non concedere il visto.
Oltre al pericolo terrorismo c'è il rischio che questi viaggi vengano intrapresi per rimanere comunque più a lungo o transitare verso altri Paesi europei.
In particolare gli asiatici cercano una via di fuga dal golfo dove la vita per loro non è poi così facile.
Insomma una storia come quella del visto rilasciato per errore ad un uomo d'affari di quel genere, suona decisamente strana.

In questo periodo gli organismi di controllo dovrebbero tenere un occhio aperto sugli impiegati della pubblica amministrazione perchè alcuni loro svarioni, anche in buona fede, possono causare conseguenze pericolose.

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