venerdì 6 marzo 2015

La fiera dell'ambiguità

«Ho sincero rispetto per il dolore della vedova Calipari» ma «mi sembra poco verosimile» che abbia detto la frase che Gabriele Polo le attribuisce nel libro “Il mese più lungo”, a proposito di una conduzione del Sismi «ambigua, che agiva, machiavellicamente su linee opposte e che costarono la vita a Calipari». 
Fornisco qualche ulteriore precisazione su questa cosa, perché lo ritengo doveroso. Questa frase la riferisce Polo nel suo libro e la attribuisce alla signora Calipari. Mi sembra poco verosimile che possa averglielo detto, per una serie di ragioni. 
Perché, fatta eccezione per il momento della disgrazia, in cui le sono stato particolarmente vicino, non solo io ma tutto il servizio, con la signora Calipari non avevo alcun rapporto, né avevo qualche tipo di frequentazione preventiva. 
Per la verità, mi ero occupato di lei quando da vice segretario generale del Cesis avevo curato la sua posizione, con riferimento al transito ai servizi perché lei veniva da un ministero, però non è che avessi rapporti». 
Alla domande se gli sembr difficile che quella frase sia sua, Pollari ha rincarato: «Penso che sia molto improbabile e sarebbe una frase poco meritata». «Se altri in momenti diversi, hanno tenuto contegni non conformi al mio modo di vedere e di interpretare la direzione del servizio, questo è un altro problema. 
Però come ho detto, se per caso fosse vero – anche qua dice Polo che glielo avrebbe riferito la signora Calipari – io non lo so se è così, ne prendo atto. Però se fosse veramente così, allora scusi questo fatto è un reato, qui c’è l’indicazione di un reato, e i reati vanno perseguiti. Presumo che la citazione sia inesatta, ma se fosse esatta andrebbe approfondita». 
ilsole

Com'era ampiamente prevedibile il generale Pollari continua a respingere accuse ambigue in maniera meno ambigua ma decisa.

Quando un grande dolore colpisce la nostra vita, nulla sarà mai come prima.
Si cerca semplicemente di conviverci.
La perdita di un marito è la perdita di un pezzo di vita.
La signora pare comunque essere di tempra abbastanza solida.
D'altra parte ha avuto una carriera lavorativa impegnativa al ministero, è stata eletta in parlamento, ha cresciuto due figli.

Se qualcuno la sta usando è bene che se ne renda conto e si sottragga a questo gioco.
Se invece è pienamente consapevole e determinata ad aprire un nuovo spiraglio sui risvolti della morte del marito è sicuramente suo dovere ma soprattutto un diritto farlo.
Però deve essere meno ambigua .
Deve prendersi le sue responsabilità come Rosa Villecco e anche come moglie di Nicola Calipari che non c'è più.
Ma soprattutto deve ricordarsi che le sue affermazioni vanno a colpire persone che attualmente non possono rispondere e le loro famiglie .
Pollari si può difendere .
Mancini deve evidentemente continuare a rimanere in silenzio.
E' stato additato come il peggiore dei delinquenti quando ha semplicemente ubbidito a degli ordini.
Adesso si fanno in maniera ufficiale accuse che sono circolate ampiamente sui giornali in questi anni e che però non avevano un indirizzo preciso.
La signora Villecco sembra voler delineare quell'indirizzo.

Se ha fatti concreti da riferire e con i quali ricostruire una vicenda ebbene lo faccia.
Altrimenti taccia.
E' ingiusto massacrare moralmente un uomo pensando di rendere giustizia a qualcuno che non c'è più .

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