lunedì 16 marzo 2015

Il richiamo del faraone





Mossa da maestro quella di dare la notizia della riduzione dei dividendi mentre c'era la firmetta egiziana.
Si è evitato il tracollo totale in borsa.

Sulla carta il forum economico in Egitto è stato un trionfo per al Sisi.
Sono accorsi rappresentanti governativi e manager da un pò tutte le parti del mondo assicurandogli finanziamenti, cooperazioni energetiche e promesse per il futuro.
Mancano ancora alcune centinaia di miliardi previsti dal presidente per la rinascita di un Paese importante ma la risposta è stata massiccia.
Ovviamente a ciascuno bisognerà garantire una contropartita adeguata in armonia con le politiche interne ed internazionali.
Sembrano ancora freddi i rapporti con gli Americani che hanno mandato Kerry con la promessa di rivedere il blocco delle forniture militari e soprattutto con gli stati africani al di là del maghreb.
Sono loro la vera sfida per al Sisi.
Un Egitto forte non può prescindere dal contesto africano.
Rimangono i soliti dubbi sulla questione dei diritti umani che ormai sembra destinata a rimanere nel dimenticatoio e sul percorso delle riforme economiche necessarie a snellire le procedure e ad eliminare la corruzione.
Non ultimo, c'è il problema sollevato dal presidente dell'Orascom circa il ruolo dei militari e della sicurezza interna che da sempre controllano una buona fetta dei movimenti legati all'economia e che potrebbero costituire il vero freno all'avanzata egiziana.
Vedremo se il nuovo corso risolverà anche questa questione.

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