Dopo circa due anni di prigionia Hana Humpalova and Antonie Chrastecka hanno potuto riabbracciare i loro cari nella repubblica ceca.
Le due studentesse in vacanza attorno al mondo nel marzo del 2013 avevano attraversato il confine iraniano a Taftan per recarsi in India da Quetta quando all'altezza di Nok Kundi un gruppo armato ha assaltato il loro autobus e le ha prese in ostaggio.
Si tratta di un evento molto comune nel Balochistan dove spesso nazionalisti e banditi sfruttano la presenza di turisti occidentali per dare voce alle proprie richieste o mettere assieme un pò di soldi.
Le guardie armate che vengono obbligatoriamente assegnate a taxi e autobus in transito dai confini di Iran e Afghanistan non sono sufficienti a garantire protezione adeguata.
Nel giugno dello stesso anno un emissario dei rapitori consegnò all'ambasciata ceca un video contenente un appello delle due ragazze affinchè fossero liberate.
La richiesta da parte dei rapitori era quella di scarcerare la dottoressa Aafia Siddiqui che è ormai diventata un simbolo in Pakistan in quanto la sua condanna in America per banda armata e assalto ad un ufficiale americano e le accuse di legami ad ambienti terroristici sono percepite più come un ricatto del governo americano verso quello pakistano che il risultato di una indagine rigorosa.
Spesso combattenti e terroristi ne reclamano la liberazione.
Lo stesso Daesh lo scorso anno ha tentato senza successo di sfruttarne la figura per accreditarsi presso i qaedisti ed accelerarne il passaggio tra le proprie fila.
A detta del governo ceco il video era stato poi mostrato a funzionari pakistani.
Un secondo video nel quale le ragazze riprese separatamente supplicavano il loro governo di liberarle venne postato su facebook in ottobre.
Il presidente Zeman successivamente scrisse una lettera accorata al presidente Zardari pregandolo di fare il possibile per aiutarle e le madri delle ragazze dopo aver incontrato un rappresentante del governo pakistano che le rassicurò circa l' impegno profuso, a loro volta lanciarono un appello in video ai rapitori per chiederne il rilascio.
Da quel momento in poi non si è saputo più nulla.
Il 3 Marzo di quest'anno improvvisamente si è riunita una commissione del senato pakistano dedita agli affari interni che ha richiesto alla polizia e ai servizi di visionare il filmato con l'appello per la liberazione della dottoressa Siddiqui e di metterli a conoscenza sullo stato delle investigazioni impegnandosi anche ad organizzare un incontro con le autorità afghane visto che si era sparsa la voce che le due ragazze erano tenute prigioniere sul loro territorio.
Lo stesso giorno su un giornale locale un funzionario di polizia ha rilasciato una intervista nella quale affermava che si trattava di un rapimento decisamente atipico perchè non c'era stata nessuna richiesta di riscatto e che ormai incidenti del genere in Baluchistan sono diventati rari perchè la sicurezza è stata rafforzata.
Due giorni fa altrettanto improvvisa è arrivata la notizia della liberazione ad opera di una organizzazione umanitaria turca molto chiacchierata ma anche molto attiva a livello internazionale.
La polizia turca tempo addietro aveva condotto un raid nei suoi uffici per effettuare perquisizioni.
La humanitarian relief foundation è stata spesso accusata di legami con i fondamentalisti di svariate regioni.
Quello che è probabilmente accaduto al di là delle versioni ufficiali è che la repubblica ceca ha scarse relazioni diplomatiche nell'area af-pak o per lo meno non tali da consentirle di gestire situazioni critiche come questo rapimento e soprattutto non può disporre di una rete di intelligence con legami sul terreno e sulla quale fare affidamento.
E il governo del Pakistan ha trattato con sufficienza questo caso.
Dopo aver saputo che le ragazze stavano per essere liberate ha cercato di metterci una pezza fingendo un interesse postumo poco credibile.
Alle famiglie non è rimasto altro da fare che mettersi alla ricerca di un contatto e in queste situazioni una organizzazione umanitaria che può vantare legami con al qaeda era l'unica soluzione possibile per riavere le studentesse sane e salve a casa.
Qualsiasi sia stata la contropartita a questo punto conta molto poco.
Speriamo anche noi di riavere presto in Italia Giovanni Lo Porto.

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