martedì 3 febbraio 2015

Rip Moadh




La proibizione di punire un essere umano bruciandolo vivo è sancita dai detti del profeta Mohammed (pace e benedizioni su di lui) che in diverse occasioni reiterò che solo Allah che ha potere sul fuoco può usarlo come punizione.

Daash avrebbe usato invece questo verso coranico (traduzione italiana e spiegazione a cura di Hamza Piccardo) per giustificare l'uccisione del nostro fratello Moadh  :

126. Se punite, fatelo nella misura del torto subìto. Se sopporterete con pazienza, ciò sarà [ancora] meglio per coloro che sono stati pazienti.* 

*[Secondo l'esegesi questo versetto scese dopo la battaglia di Uhud in cui lo zio paterno dell'Inviato di Allah Hamza ibn Abdel Muttalib, fu ucciso e orrendamente mutilato. In quell'occasione, travolto dal dolore, Muhammad (pace e benedizioni su di lui) giurò che si sarebbe vendicato infliggendo la stessa mutilazione a settanta idolatri. Il versetto scese per dargli la misura accettabile della vendetta. In seguito non perse occasione di raccomandare ai suoi compagni e a tutti i credenti la moderazione e il perdono.

Gli stessi versi furono apparentemente usati a supporto dell'azione che vide l'uccisione di quattro operatori di Blackwater a marzo del 2004 in Iraq.

E' un vero abominio compiuto ai danni della nostra religione.
Quel ragazzo non aveva colpe se non quella di essere giordano.
Il fantasma di Abu Musab al Zarqawi torna prepotentemente alla ribalta.
Se non si risolvono i conflitti in medio-oriente, non potrà che peggiorare.
E' inutile continuare a pensare che il problema siano l'Islam o i musulmani.
Bisogna ridare stabilità a quelle zone .




إِنَّا لِلّهِ وَإِنَّـا إِلَيْهِ رَاجِعونَ

Non v'è dubbio che apparteniamo ad Allah e a Lui ritorneremo.

*verso coranico che viene recitato quando una tragedia si abbatte su un musulmano o sulla comunità.


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