martedì 17 febbraio 2015

Analisti sui barconi. Alla caccia del royal baby.





Non c'è alcuna relazione tra il video della decapitazione dei copti e possibili partenze a raffica verso le nostre coste.
Senza quel video al Sisi non avrebbe bombardato e si sarebbe limitato a richiedere un intervento onu come ha fatto qualche ora fa.
Nell'era di internet un attacco mediatico del genere serve a riaprire ferite vecchie e profonde come quella della convivenza civile all'interno delle società nei Paesi del nord Africa o della eredità jihadista di al Zarqawi in Siria ed Iraq.
Così come nel caso della Giordania, l'uccisione dei copti voleva provocare una reazione controversa.
E di certo lo ha fatto.
Il bombardamento egiziano è stato recepito anche con un certo scetticismo data la fama di al Sisi e i legami che si sta costruendo all'interno del mondo arabo ed islamico.

Una partenza in massa dalla libia non nasce dall'oggi al domani e non è una singola intercettazione telefonica che può permettere di scoprirla.
Certe valutazioni devono essere elaborate dai nostri servizi che dovrebbero essere ben presenti sul campo e dalla polizia delle frontiere.
Valutazioni che provengono dallo scrutinio degli eventi e dei loro protagonisti nelle ultime settimane: equilibri tra milizie e tribù, assetti governativi, sviluppo di Daash sul territorio.
Queste non sono questioni da cyber war o video.
Se veramente gli analisti del viminale hanno emesso certi verdetti "da paura" allora alla luce dei primi proclami di guerra del governo viene da chiedersi :

è Renzi che non sa metterci mano o qualcuno lo sta ingannando ed eventualmente chi ?

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