sabato 17 gennaio 2015

800

Classificata come “codice blu” - in ossequio alla prassi internazionale che utilizza una scala cromatica compresa in sei gradi tra il verde e il rosso per discriminare il pericolo - la scheda trasmessa dal Viminale su Said e Cherif Kouachi non contiene però alcun riferimento a precedenti informative sul conto dei due terroristi francesi. Il ministro Angelo Alfano invece ha dichiarato in Parlamento che Cherif era già stato segnalato alla nostra intelligence. 
espresso via psagroup



Come ipotizzai commentando l'intervento del ministro, evidentemente il riferimento era ai viaggi o ai tentativi che Cherif fece di andare in Iraq negli anni degli attentati di Madrid e Londra.
L'informativa messa assieme per il ministro all'indomani dell'assedio francese non poteva non tenere conto di quel dato mentre il materiale che Messina, discreto cronista siciliano ma non particolarmente esperto di terrorismo, avrebbe a suo dire visionato è stato redatto tra l'Aprile e il Settembre dello scorso anno.
Se  così stanno le cose la notizia data dai giornali francesi sul presunto viaggio di Cherif in Iraq nel luglio-agosto 2014 cioè quando uscì definitivamente dalla lente dei servizi francesi, è falsa.

Difficile valutare la valenza delle carte che sarebbero cadute in mano dell'espresso perchè se ne fa un resoconto molto romanzato e c'è poco giornalismo investigativo.
L'Italia per sua natura è terra di passaggio. Ce lo hanno insegnato alle elementari.
Dall'articolo non si capisce chi effettivamente sia passato e come.
Quella di Charlie Hebdo, se è vero che anche dalle tragedie si può trarre un lato positivo, poteva essere una occasione per educare il pubblico italiano su questioni di politica internazionale o anche culturali e religiose.
La stampa e i politici italiani hanno trasformato il tutto in un film di Dario Argento.
Spargono terrore e basta.

Nessun commento:

Posta un commento