venerdì 19 dicembre 2014

Vivo o

"A noi risulta che Padre dall'Oglio, fino a due mesi fa, era detenuto in un carcere a Raqqa, ce lo hanno detto dei curdi liberati dall'isis e che hanno appreso che il prete italiano stava nel loro carcere a Raqqa".askanews

Che la notizia possa non essere vera, oltre al fatto che è una delle solite uscite ad effetto dei curdi, lo conferma una intervista rilanciata da Adnkronos quindi da prendere con le pinze, all'onnipresente presidente dell'osservatorio siriano.
Si tratta di un rifugiato in Inghilterra che vanta contatti in Siria e  gestisce in solitudine la sua onlus di cui non sappiamo chi siano i finanziatori.
Rami Abdel Rahman si è detto molto cauto e ha parlato di eventuale riscatto milionario.

Ammesso che la notizia sia fondata, viene da chiedersi come mai Isis terrebbe il frate ancora vivo e prigioniero.
Verosimilmente è innanzitutto un ostaggio difficile da inserire in qualsiasi tipo di mediazione e forse la fazione al comando di Raqqa ha una sua autonomia decisionale che gli consente di gestirlo secondo proprie logiche.
Ipotesi più inquietante è che Daash voglia usare padre Dall'Oglio in una trattativa spettacolo con il Vaticano ma in un secondo tempo.
Il che spiegherebbe anche l'enorme accortezza di papa Francesco specie nelle ultime settimane, quando fa riferimento ai terroristi e alla possibilità di aprire dialoghi o negoziati.

Sulla difficoltà che trattative del genere comportano in uno scenario complesso come quello siriano, rimando al bel reportage del Guardian sui tentativi fatti per liberare Abdulrahman Peter Kassig.

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