martedì 25 novembre 2014

Operazione Paperone Attacco al servizio



CARMINE FIORE. Per me, l'evento è stato assolutamente casuale: lo possono testimoniare anche le altre quattro persone che erano con Li Causi. Ripeto: uno era un suo collega, un certo Ivo, gli altri tre erano un capitano e due sottufficiali del mio comando. Ho qui i nomi, che ho peraltro fornito all'epoca ai magistrati quando mi hanno interrogato. ottobre2005



Tra i documenti relativi al caso Alpi-Hrovatin declassificati e digitalizzati di recente dall'archivio della camera spiccano quelli sulla morte del maresciallo Li Causi in Somalia.
Stando al polverone sollevato all'epoca da una inchiesta di Famiglia Cristiana, sembrerebbero esserci chissà quali trame connesse all'omicidio della giornalista.
Rileggendo la documentazione si capisce perchè in Italia andiamo avanti a forza di commissioni d'inchiesta e processi fatiscenti.
C'è molta poca conoscenza da parte della stampa circa pratiche e procedure e poca trasparenza sul versante servizi.
E anche molta malafede.

L'informativa inviata ai comandanti di arma e guardia di finanza, bollata come una sorta di cover up, cita evidentemente solo i due militari appartenenti al Sismi.
Nel resto delle comunicazioni invece si fa presente che il gruppo al seguito del convoglio somalo era costituito anche da altri soldati.
Fa testo anche la testimonianza del generale Fiore.
Nessuno ha mai nascosto nulla ma certi eventi vengono riferiti a seconda dell'interlocutore.
Strana pare tuttavia l'usanza di non registrare nome e cognome dei partecipanti alle esercitazioni, il che ha reso difficile stabilire il ruolo del maresciallo Li Causi nelle operazioni di Gladio visto che c'era un altro Vincenzo.
Fa impressione leggere l'enorme numero di sezioni e divisioni del Sismi che periodicamente venivano riorganizzate.
Si può intuire come una complessa gestione delle risorse umane, un pò come è successo al dimissionario Hagel in questi giorni, abbia probabilmente generato pasticci vari .



In seguito all'articolo di Famiglia Cristiana che esprimeva dubbi sull'operato del Sismi in territorio somalo e sulle informative prodotte, il presidente del Copasis Frattini chiese chiarimenti al servizio.
Interessante la risposta un pò piccata di Battelli il quale obiettò che la richiesta del comitato pareva tendere ad una vera e propria inchiesta quindi si allontanava dalla funzione di controllo che gli era propria.
Palesava inoltre uno stravolgimento della legge 801, facendo quindi un'osservazione di tipo politico.
Una maniera per dire che se il copasis intendeva accampare diritti che non gli spettavano, il Sismi non sarebbe rimasto a guardare e soprattutto a subire.
D'altra parte non poteva reagire in altra maniera.
La campagna stampa dell'epoca sembrava effettivamente un vero e proprio assalto all'agenzia.
Se mettiamo a confronto altri "attacchi" del genere, e non solo ai servizi in epoche successive (abu omar, diaz,farfalla) è facile vedere come dietro certe vicende si possa celare una regia o qualcuno che sapientemente sappia sfruttare gli eventi.
Basta prendere qualche giornalista impiccione con la passione delle indagini fai da te che si beve qualsiasi cosa gli venga raccontata da presunti testimoni, la società civile pronta ad insorgere, giornali e siti compiacenti e la frittata è fatta.
Si può distruggere nel giro di qualche settimana l'onore di un funzionario o di un corpo costruito nel corso di decenni.

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