domenica 23 novembre 2014

L'ora della verità The breaking point



A giorni verrà reso pubblico un estratto (circa 500 pagine su 6300) del rapporto Feinstein ovvero un'indagine dettagliata sul programma di torture iniziato dal governo Bush.
La vittoria repubblicana alle elezioni aveva fatto sorgere dubbi sulla pubblicazione.
Richard Burr che aspira a prendere la guida del comitato di controllo sull'intelligence rimpiazzando Diane Feinstein pare essere un forte sostenitore dei segreti di stato, specie quando i protagonisti sono la Cia e l'NSA.
E la Cia in questi anni ha tentato con metodi più o meno ortodossi, hackerando computer e email dei componenti della commissione, di bloccare o rallentare l'inchiesta.

Il punto centrale del rapporto è che le torture, le cui metodiche verranno descritte in dettaglio e non in maniera generalizzata come ormai siamo abituati a conoscerle, sembrano non aver portato alcun risultato investigativo concreto.
La cosa pare essere stata confermata anche dal Panetta review, un documento ad uso interno redatto dalla Cia e sul quale un membro del comitato è riuscito a mettere le mani.
Leon Panetta nella sua autobiografia pubblicata di recente invece ha sostenuto che pur essendo contrario a certi metodi, questi si sono rivelati utili a procurare informazioni.
Altro elemento di non poco conto è che la Cia avrebbe mentito al Congresso per ottenere l'approvazione del programma.
Saranno oscurati i nomi degli agenti che hanno preso parte alle torture, persone che in questi anni hanno fatto anche carriera, e forse sapremo di responsabilità e posizioni di altri governi.

Vedremo insomma se ci saranno ripercussioni politiche interne in America ed Europa o altri continenti che hanno dato supporto logistico fornendo carceri e addetti alla sicurezza, quali saranno le reazioni nel mondo Arabo e musulmano e se e come l'Isis cercherà di trarre vantaggio da quella che almeno sulla carta si preannuncia una situazione caotica.



In un interessante memoriale rivisto e corretto dalla Cia e scritto da un suo agente o per lo meno da uno che ha lavorato in una agenzia collegata, l'operativo si chiede innanzitutto come vorremmo che fossero interrogati i terroristi che non sono criminali comuni e che quindi in ogni caso non risponderebbero.
E poi fa una riflessione importante:
se fosse stata l'Onu a predisporre un programma di torture probabilmente le avrebbero assegnato anche il Nobel.
Beh Obama che ha grosse responsabilità in materia, il Nobel l'ha preso.
Però forse questo è il punto che rende indigeste le rendition o rendiscion come pronuncia l'agente tortellino :
al di là delle torture c'è il nulla ovvero politiche distruttive e non costruttive.
E' questo che rende l'America di Bush e Obama un mostro.
E anche volendo essere d'accordo che senza metodi forti non si ottengono risultati, viene da chiedersi se le tecniche investigative classiche non servano proprio a niente.

Gli estremisti si fanno scudo di una versione stravolta della religione.
Ma il nostro scudo qual è ?
Qual è la differenza tra noi e loro ?
And last but not least :
i nostri hanno pagato.
Qualcuno non tutti.
Tutti gli altri in America e oltre, quando pagheranno ?



Foto Ap

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