giovedì 27 novembre 2014

L'Interpol del Golfo

E' difficile che i Paesi del golfo persico convergano in maniera fattiva verso iniziative comuni perchè alla fine nessuno vuole mettere in piazza i propri segreti e rinunciare a parte delle proprie priorità o vuole farlo solo con interlocutori specifici all'interno dell'unione e fuori .
Si era già parlato in passato di un organismo simile all'Interpol che tornerebbe molto utile per stroncare traffici a carattere locale ma soprattuto quelli di natura associativa che vedono collegamenti nel vicino subcontinente.
Lo smercio di droga, il riciclaggio di denaro sporco, lo sfruttamento della prostituzione e il crimine telematico costituiscono una fetta imponente delle attività illecite nel Golfo.
Stroncarle in maniera massiccia alla radice aiuterebbe inoltre a limitare anche quelli che si sviluppano a livello strettamente locale.
L'aspetto più positivo è che un'agenzia così composta frenerebbe l'intrusione dell'Interpol vera e propria, che sarà anche una istituzione utile ma come tutte quelle a livello internazionale non è altro che un cavallo di troia pensato per limitare le singole sovranità nazionali.
Una iniziativa del genere potrebbe inoltre finalmente stimolare la creazione di una strategia difensiva comune con un esercito unico.
Sono tutti discorsi molto difficili da fare tra governi e teste coronate perchè stabilire sede, presidenza e turni è decisamente arduo un pò come decidere quale immagine di regnante piazzare su una eventuale moneta unica.
Dopo anni finalmente, forse incalzati dal pericolo Isis, è stata annunciata l'intenzione di far nascere un soggetto che riunisca le varie esigenze e lavori d'intesa con la società civile per sensibilizzare la popolazione sui temi che vanno a braccetto con la legalità.
Risulta essere particolarmente importante questa sottolineatura fatta dal ministro dell'interno kuwaitiano che ne ha dato l'annuncio al termine di una riunione congiunta, perchè molti temono che una polizia comune possa agire in funzione repressiva sulle libertà civili.
Ma nel Golfo si sono ormai resi conto dell'importanza del dialogo tra governo e popolazione.
Quindi è da escludere che ciò possa accadere.
La sede sarà ad Abu Dhabi negli emirati con presidenza a rotazione e un piano che prevede la creazione di database e strategie congiunte.

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