sabato 29 novembre 2014

Informazioni&Reazioni





“È molto importante informare gli adolescenti su questo tema perché se talvolta episodi di cyberbullismo non possono essere catalogati come reati veri e propri, rappresentano comunque comportamenti antisociali pericolosissimi. Il cyberbullismo è una forma integrata e involuta di bullismo, dalla quale non ti puoi sottrarre. Perché se un bullo ti perseguita puoi cambiare strada, amici e magari anche scuola: lo stesso discorso non vale per i cyberbulli”.
Geo Ceccaroli polizia delle comunicazioni Emilia Romagna


Alanah è una ragazza australiana che collabora con alcune testate locali come recensore di giochi online.
Tempo fa ricevette una serie di commenti offensivi a sfondo sessuale sul suo profilo facebook di persone che avevano guardato le sue video-recensioni su youtube.
Lei non aveva fatto nulla per provocarli.
Si trattava di soggetti che si atteggiavano ad uomini maturi ma che in realtà erano ragazzini.
Alanah decise di reagire contattando le madri mostrando loro i messaggi ricevuti.
Le donne sorprese da tali comportamenti, replicavano che ne avrebbero sicuramente parlato con i figli.

La giovane blogger ha messo in evidenza quella che è la peculiarità del bullismo in rete :
ci si trova davanti a persone con le quali è impossibile ragionare o aprire un dialogo.
Quando il bullismo arriva in rete il livello di odio è ormai così alto che si è fuori dai parametri della razionalità.
Qualunque sia il motivo per il quale si cade vittime di insulti e minacce, questo è risibile o è comunque andato perso.
In rete le chiacchiere viaggiano alla velocità della luce.
Dal decimo retweet in poi nemmeno si conoscono i dettagli della notizia.
E nessuno è interessato ad approfondire.
Si vuole semplicemente far parte di un vortice.

Però come sottolineato da Alanah, qualcosa bisogna pur fare.
Saggiamente lei ha deciso di ribattere in maniera costruttiva ed ha messo in risalto come i genitori spesso siano all'oscuro di quanto accade nella vita dei loro ragazzi.
Sono azioni queste da decidere caso per caso e non sempre vanno a buon fine.
L'unico consiglio che si può dare ai ragazzi è quello di chiedere aiuto a genitori ed insegnanti e ovviamente di seguire i consigli sulla privacy dati dalla polizia.
Proibire l'uso degli smartphone a scuola come è stato fatto di recente in alcuni istituti spagnoli, non risolve affatto il problema.
Lo mette semplicemente in stand-by.

Il bullismo in generale trae origine da una cultura di violenza ed intolleranza che spesso viene insegnata dalla famiglia stessa.
La scuola allora diventa il luogo dove poter correggere certi atteggiamenti.
L'intolleranza può essere combattuta come avviene in alcune scuole americane, facendo partecipare i ragazzi a discussioni che ruotano attorno a temi e categorie di persone che poi diventano oggetto di bullismo.
Ogni mese le classi vengono coinvolte in una sorta di gioco delle parti.
E' fondamentale insegnare ai giovani a conoscere le ragioni dell'altro e a difendere la legittimità della loro esistenza.
Che cioè non c'è bisogno che loro siano convinti che è bello essere gay o rom o musulmani ma che è legittimo esserlo e che quindi non c'è necessità di combattere la diversità.
E' l'imposizione che di solito genera reazioni violente e negative.
Il bullismo nel mondo reale fornisce una opportunità in più che manca su Internet :
la possibilità di discutere con il bullo in maniera logica e convincerlo di quanto siano sbagliate le sue posizioni.
Fermo restando che allertare genitori e professori rimane fondamentale, come messo in evidenza dallo studio portato a termine da una psicologa inglese i ragazzi non cercano mai il dialogo con il loro carnefice nè accorrono in aiuto di un loro compagno perchè non sanno che dire.
Il gioco dei ruoli serve anche a questo ovvero ad educarli alla conoscenza dei fenomeni e ad opporre le proprie ragioni in un confronto alla pari.
Cambiare casa o anche profilo è una soluzione a metà che consente di sopravvivere ma non di vivere bene o appieno la propria vita.
Responsabilizzare scuole e famiglie serve appunto ad aiutare i ragazzi a crescere meglio.


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