giovedì 20 novembre 2014

Il famoso attacco Islamico






Tempo fa sulla bacheca Facebook di un amico poliziotto ebbe luogo uno scambio simpatico tra i suoi contatti che commentavano la sua decisione di farsi crescere la barba.
Uno di questi ad un certo punto scrisse : certo che sembri uno studente delle scuole coraniche.
Mi parve strano che un italiano si esprimesse con tanta delicatezza ed educazione.
Di solito per qualsiasi cosa che riguarda l'Islam, si parla di barbuti o di terroristi.
Allora feci una indaginetta su google per scoprire chi fosse questo signore e saltò fuori che era poliziotto anche lui e che aveva lavorato per l'Aisi.

La polizia postale, la Digos e i carabinieri sono tutti bravi a farsi belli sotto i riflettori con le loro campagne contro la droga, il bullismo, l'omofobia.
Quando però si tratta di difendere una causa che non porta quattrini in cassa dallo sponsor o non fa incassare l'adesione di una banca come l'Unicredit, allora non si sprecano più di tanto.
Bisogna sperare nella buona volontà di un uomo come il procuratore Spataro che spiega al giornalista di turno che la dicitura "terrorismo islamico" è errata perchè l'Islam è religione di pace.

E poi smettiamola con le stupidate sull'hackeraggio quando c'è una sigla araba.
Se non ne capite mezza lasciate le indagini ai servizi che almeno sanno in che direzione investigare e non frignano come mammolette se gli chiudono una sezione.



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