domenica 31 agosto 2014

Numeri




Si tratta di una stima approssimativa redatta dall'Economist e di sicuro le cifre reali sono molto più alte.
Le proporzioni però sono verosimilmente accurate.
C'è da notare innanzitutto l'apporto dato dalle regioni del nord Europa.
Il Belgio spicca tra tutte.
E il contributo, anch'esso significativo, che proviene dagli stati arabi.
Siccome ieri anche i giornali italiani hanno riportato le parole di sua maestà Abdullah dell'Arabia Saudita che ci avvertiva, come se i nostri governi non lo avessero già fatto, che tempo un mese e Isis potrebbe essere da noi, forse dovremmo replicare che se vuole un impegno armato serio deve chiederlo direttamente e magari sarebbe anche meglio che facesse pulizie in casa propria.
E forse dovremmo fare la voce grossa con certi Paesi che concedono di tenere aperti canali internet ai siti e alle tivvù che fanno propaganda ai terroristi (Kavkaz in Finlandia è lo snodo mediatico del terrore dalla Cecenia all'Afghanistan).
Quello che inoltre è facile notare è che l'Italia con i suoi 25, 50 o parecchie decine a seconda di come si è svegliato la mattina il governante o l'investigatore di turno, nemmeno appare.
Il che non significa che il problema non c'è ma che non ha le dimensioni con cui viene costruito sui giornali.
Obama e Cameron che hanno bisogno di andare alla guerra li si può anche comprendere, ma in Italia a chi giova costruire questo clima da terrore ?
E' un film già visto con i vecchi servizi segreti.
Adesso a che serve ?

Nessun commento:

Posta un commento