lunedì 5 maggio 2014

Libertà

Crediamo che la ragazzina col velo alla reception si possa tollerare ma un albergatore deve essere libero di applicare un decalogo estetico (purchè non sia offensivo della morale) ai propri dipendenti.
boni carlino

Il paragone con alcuni (pochi) Paesi musulmani non regge, perchè parliamo di leggi di stati la cui costituzione è ispirata alla religione.
In Italia abbiamo norme anti-discriminazione introdotte nel corso degli anni per rispondere ad esigenze non solo di immigrati ma anche di Italiani.
E soprattutto per adeguarci alla normativa Europea.
Sostenere comunque che ci dovrebbe essere indignazione per quanto accade anche sull'altro versante, è sintomo di un imperialismo culturale caratteristico di chi non ha ragioni forti.
Infatti è l'argomento principe del popolo dei social.

Il problema in questo caso non è tanto il diritto sacrosanto dell'albergatore, quanto il fatto che il suo esercizio calpesti quello della ragazza.
Si tratta dello stesso presupposto che garantisce al medico obiettore di lavorare senza sacrificare i propri principi morali o religiosi.
Sacrosanti anche quelli, ma non devono costringere una donna ad abbracciare concezioni che non le appartengono.
E soprattutto non devono metterne in pericolo la vita.
Quindi a chi vuole abortire in un determinato giorno e ad una determinata ora, deve essere assicurata assistenza medica comunque.
Alla stessa maniera, la ragazzina con il velo deve avere la possibilità di fare tirocinio in un esercizio che le garantisca le stesse opportunità di apprendere.
Il che mi pare non sia accaduto e lei contesti.

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