martedì 27 maggio 2014

Fronti

Federico Motka was greeted by Turkish army officials at the border and underwent a medical check-up at a local hospital. He was then brought to a local police department for his testimony. In his statement, the 31 year-old journalist, said he saw the flag of the group, who tortured and relocated him six times.
anadolu agency

Federico Motka’nın kente gelecek olan İtalyan yetkililere teslim edileceği ve daha sonra ülkesine gönderileceği bildirildi.
millyet


La liberazione di Motka che fu rapito a detta delle autorità turche assieme ad un cittadino britannico, è una delle tante nelle quali la polizia turca è impegnata da tempo, visti i legami tra gruppi eversivi operanti all'interno della Turchia e fazioni jihadiste in Siria.
Se da un lato questa alleanza costituisce una spina nel fianco del governo turco, dall'altro offre la possibilità di gestire operazioni di liberazione di ostaggi riscattando quindi la propria immagine nel mondo occidentale.
Questo è un risultato apprezzabile per un Paese come la Turchia, che nonostante i problemi interni, aspira ancora all'ingresso in Europa e al rafforzamento dei rapporti commerciali con l'Occidente.
Ovviamente la supervisione dell'intera operazione da parte di diplomatici e intelligence italiana, ha avuto la sua importanza.

Dalla dichiarazione del cooperante non è possibile concludere con certezza che il rapimento sia stato gestito dall' isil in tutte le sue fasi.
Ma gli avvenimenti che si susseguono in Siria da parecchi mesi ormai, lasciano ipotizzare che il gruppo noto come stato islamico dell'iraq e del levante, sia effettivamente divenuto quel protagonista temibile che tutti i servizi di sicurezza conoscono.

L'Isil nasce come costola di al qaeda in Iraq e il suo leader Abu Bakr al baghdadi pare voler continuare la politica iniziata da al Zarqawi di strenua opposizione a Bin Laden e al Zawahiri.
Attualmente gli obiettivi di questo gruppo, sono quelli di rafforzarsi su territorio iracheno e siriano e soprattutto di sovrastare al nusra front.
E finora sembrano esserci riusciti.
A Deir Ezzor, territorio siriano al confine con l'Iraq, hanno costruito la propria roccaforte stringendo un patto di alleanza con le tribù più ricche di quel territorio.
All'Isil armi e denaro non mancano.
Il che ci riporta al rapimento di Motka che con molta probabilità è stato risolto senza grosse perdite di denaro.
Quello che invece deve preoccupare l'Italia quando gestisce certe situazioni, è da che parte stare e considerare le conseguenze delle risoluzioni prese.
Risolvere una vicenda del genere con una trattativa o un pagamento, significa rafforzare l'isil ed indebolire il nusra front.
Quest'ultimo è anch'esso un gruppo qaedista, leale però ad Al Zawahiri.
Ciò significa che ha il supporto di Americani e alleati che lo finanziano in ottica anti Assad e che potrebbero non gradire i nostri bonifici di denaro, cosa  che ci fecero notare anche per vicende passate.
Al Jazeera di recente ha ipotizzato anche che gli iracheni , visto che il loro obiettivo principale non è la sconfitta del regime siriano, siano stati creati proprio da Assad.
Ma queste sono operazioni mediatiche da inquadrare nella guerra di nervi tra Arabia Saudita e Qatar.
Certo è però che i passaggi di armi e convogli al confine turco, non sono per nulla laboriosi e complicati da portare a termine. Qualcuno chiude un occhio.
D'altra parte l'Isil, circa centomila unità ripartite in gruppi di mille, sta realizzando quello che è un pò l'incubo dell'Arabia Saudita ma anche dell'Europa, del cosiddetto terrorismo di ritorno.
Stanchi della pressione subita in Yemen, si stanno ora concentrando sull'espansione in Siria e sembrano aver conquistato la fiducia di larghe fette della popolazione saudita.
L'operazione della polizia saudita che ha permesso di smantellare a metà maggio una cellula di sessanta persone, ha fatto suonare un campanello d'allarme.
L'invito al ministro degli esteri iraniano per un incontro, rivolto da sua altezza Saud al Faisal, e la resa del principe Bandar da capo dei servizi di sicurezza interna ed esterna, hanno messo in evidenza come ci sia molta preoccupazione.

Anche se l'Italia non è diretta protagonista di questi scenari, deve sempre relazionarsi a livello politico e commerciale, a tutti i suoi protagonisti.
Quindi deve muoversi con estrema cautela.

A giudicare dalle dichiarazioni della Mogherini, non si capisce se certe amenità le siano state riferite dai nostri servizi.
Oggi mancavano anche la scaletta e l'ormai famosa abbronzatura dell'agente tortellino.
Pazienza.

Nessun commento:

Posta un commento