sabato 31 maggio 2014

Casseri amari

«Mi hanno lasciata sola, ma è necessario che quel bene torni alla comunità» 
corrierebologna

Seguivo distrattamente questa vicenda quando ad un tratto oggi mi sono imbattuta in un editoriale a dir poco rivoluzionario del Carlino.
Beppe Boni solitamente mai schierato, si è imbarcato in una requisitoria anti-Merola.

Ora mi perdonino gli amici Emiliani, ma la politica non è nel loro corredo genetico.
E' dai tempi di Vitali che votano per il partito come dei pecoroni e poi iniziano a lamentarsi.

La vicenda di Castenaso è esemplare.
Se ho ben capito, la sorella di Renzi non era nemmeno in lista.
E per un motivo molto semplice : una illustre sconosciuta con un fratello famoso, porta una valanga di voti al candidato sindaco.
Ciò non sarebbe accaduto se si fosse candidata.
Avrebbe raccolto dei consensi ma forse non in numero sufficiente per la sua elezione.
Il che avrebbe danneggiato il candidato sindaco che ha invece raccolto un voto bulgaro.
E' inutile adesso starsi a lamentare che l'assessorato è una specie di do ut des.
La politica in Italia funziona così.

Il cassero è il simbolo da sempre delle comunità lgbt.
Anche quelli sono una barca di voti da andare a raggranellare tra i vecchi partitini della sinistra.
Per forza di cose Merola fa lo gnorri nella speranza di trovare una soluzione.
La politica a Bologna funziona così.

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