mercoledì 2 aprile 2014
Il confidente tra virgolette
Nell’ambito del processo su riciclaggio e ristorazione, Lo Russo aveva accusato Pisani di aver accettato da lui, nel corso degli anni, una somma di denaro. Dichiarazioni per cui il dirigente di polizia era stato indagato per corruzione dalla Procura di Napoli. Lo scorso dicembre il superpoliziotto è stato assolto da tutte le accuse.
campaniasuweb
Ci si è sempre interrogati sulle motivazioni del dietrofront di Lo Russo, nell'ambito di questo processo, per quel che riguardava la sua valenza di confidente.
E neppure la corte ha saputo darne una spiegazione ragionevole.
Probabilmente Lo Russo aveva inteso, nel corso dell'interrogatorio svoltosi nel 2009, quando lui non era ancora pentito, che gli inquirenti erano in cerca di elementi rilevanti a carico di Pisani.
Quindi nel 2010 quando partì l'inchiesta, intuì che il poliziotto ne era il protagonista.
E volle dare il suo contributo.
Le dichiarazioni aggiuntive rese nel Febbraio 2011, erano significative.
In corso di dibattimento, pur non avendo tempo di assistervi ma sicuramente gli è giunta notizia, si deve essere accorto che il focus dell'indagine era tutt'altro.
E contemporaneamente si è anche reso conto di quanto peso stavano avendo all'esterno le sue dichiarazioni, nell'ambito del clan e in famiglia.
I presunti investimenti nel gruppo Iorio-Potenza, riguardavano solo la sua attività.
E su questo, il riscontro andava cercato dagli inquirenti.
Ma le dichiarazioni sul suo status di confidente, difficilmente verificabili a livello giudiziario, pesavano come un macigno sul ruolo "apicale" avuto all'interno del clan.
E così probabilmente c'è stata una virata.
Io credo che comunque, qualsiasi tribunale lo giudicherà in merito a tutte le dichiarazioni rese, sarà equo, indipendentemente da dove esso sia locato.
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