mercoledì 11 dicembre 2013

Rimpatriate

Tutto è cominciato con il test di ingresso: venerdì 17 settembre 1993. Sono passati poco più di 20 anni da quel giorno e gli ex studenti di Scienze di Comunicazione di allora hanno deciso di darsi appuntamento, sabato pomeriggio, proprio nell’aula III di via Zamboni 38 dove l’avventura di quelli che i giornali chiamarono «i secchioni di Eco» ebbe inizio.
corrierebologna

Alla fine degli anni ottanta, noi ragazze delle Ancelle del Sacro Cuore di Santo Stefano, avevamo questo mito del Dams, che ci stava a due passi.
Sapevamo che ci bazzicava gente strana, che non era come noi.
Gente pericolosa.
Quando passavamo davanti a quel portone, tiravamo dritto, per paura che uscisse fuori qualcuno e ci saltasse addosso.
Hai visto mai, un orco.

Poi al pensionato venne Serena, ragazza dolce e silenziosa.
Aveva perso la mamma da poco tempo.
Era di una tristezza infinita.
Ovviamente con la crudeltà che mi caratterizza, fui la prima a prenderla in antipatia.
E ogni volta che le facevo del male, mi sentivo in colpa.
Ma era così eterea, così malinconica, che non si poteva in qualche modo, non volerle bene.

Serena era di Lecce e studiava al Dams.
Troppo normale, pensavamo noi, per quel posto là.
Epperò ad un certo punto, mentre ci raccontava dei suoi studi, ci rendemmo conto, che forse non era un posto così bislacco, nè con gente tanto strana.
Quando saltò fuori che seguiva un corso in cui insegnava Umberto Eco, tutte sgranarono gli occhi e volevano sapere com'era, lo scrittore del nome della rosa.
Magari st'uomo avrà fatto anche altro nella vita, ma noi, beata ignoranza, lo conoscevamo per quello.
E allora a turno quasi tutte, si fecero portare ad assistere ad una sua lezione.
Fu così che il Dams non ci apparve più tanto misterioso.

Ecco per quello dovrebbero dare un premio al professor Eco.
Per aver riabilitato il Dams.
E per averci fatto sentire un pò meno donzelle bigotte di provincia.

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