"Un ragazzo generoso. E un po' coglione, per troppo amore. Non era facile stargli accanto dopo la conversione all'islam, ma lui ci credeva e voleva aiutare gli altri. Un eroe romantico, ecco. Mi hanno detto che mercoledì scorso era l'alba, che un cecchino ha cominciato a sparare al suo amico: colpi mirati, per farlo morire lentamente. Allora lui ha disobbedito agli ordini, è andato a prenderlo. Il cecchino si è messo di nuovo a sparare. Una gamba, l'altra, poi un braccio, l'altro ancora. Ma questa volta nessuno della qatiba è intervenuto. L'unica consolazione è che non lo hanno preso vivo".
repubblica
L'immagine del ragazzo ingenuo, per una madre ancora scossa dal dolore, credo sia anche normale.
Non capisco però, perchè la stiano adottando un po' tutti, quelli che lo difendono, come a legittimare le sue azioni.
Credo che alla fine non gli rendano molto onore.
Per quanto sia stato indottrinato, parliamo sempre di una persona che ha preso un aereo ed è andato a combattere una guerra in un Paese lontano.
Senza saperlo, era diventato uno strumento per i magistrati, che attraverso di lui cercavano di ricostruire la rete di estremismo religioso a Genova e dintorni. Era lui a tenere stretti contatti con i più ferventi sostenitori liguri della Jihad. Su questo tema in Procura operano una distinzione di una certa importanza. La scelta di andare a combattere con i ribelli del regime siriano appartiene alla sfera del libero arbitrio. Ma Giuliano, questo si evince dalle sue intercettazioni telefoniche, non era interessato al rovesciamento del regime di Assad, ma alla Jihad.
corriere via dago
Come osservava giustamente la signora, non appare chiaro per quale motivo la polizia non l'abbia fermato.
Tra tanti imbecillotti, impegnati su internet, a cercare informazioni su come costruire bombe, Delnevo sembrerebbe il più credibile.
Se la ricostruzione del Corriere corrisponde a verità, e mi pare che il procuratore abbia parlato di almeno quattro giovani reclutati dal ligure, si spiegherebbe l'evoluzione mediatica della vicenda, svelata dal capo dei servizi segreti, a ridosso della presentazione del nuovo sito internet.
L'operazione sa più di sting operation, che non di ordinaria investigazione.
Somiglia cioè, a quelle che abbiamo visto condotte dall'FBI in America, con tanto di armi ed esplosivi, fornite dagli agenti al fesso di turno.
Ovviamente questi sono dettagli che non saranno mai resi pubblici.
Leggevo sui social networks, che le moschee della provincia di Treviso, sono state passate al setaccio, routine instaurata dal Questore, per controlli dei documenti.
E' un'ottima pratica, se riesce nell'intento di prevenire accadimenti di stampo terroristico.
Pero' alla lunga, rischia di rafforzare quella dicotomia tra Stato e cittadino, che spesso aumenta le tensioni, invece di stemperarle.
Il Questore poi, parlava facendo sempre riferimento a cittadini stranieri.
So che l'idea deve ancora essere metabolizzata, pero' di Musulmani Italiani, ce ne sono tanti.
Sarebbe bene tenerli presente, e non solo come potenziali terroristi.
Ecco, visto che la polizia sembra avere tanto tempo, personale e mezzi a disposizione, per andare in scuole, circoli esclusivi e convegni, perchè non organizzare incontri tra funzionari dell'immigrazione e della Digos nelle moschee, non solo per illustrare le loro attività, ma per conoscere in maniera pacifica, l'Islam e i Musulmani ?
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