domenica 2 giugno 2013

Libertà abusata

È forse ora che l'Europa che si dice e si vuole «Europa dei diritti» - ma che finisce troppo spesso per essere solo l'Europa del pensiero unico politicamente corretto - ricordi il celebre ammaestramento di una grande figlia dell'ebraismo rivoluzionario, Rosa Luxemburg. La quale si può presumere che come ebrea e rivoluzionaria sapesse bene ciò di cui parlava: «La libertà è sempre e solo la libertà di chi la pensa diversamente»
Galli della Loggia


Stamattina casualmente mi stavo leggendo proprio la sentenza riguardante il caso dell'infermiera Inglese a cui l'autore accenna, caso che è stato discusso assieme ad altri, perchè le motivazioni erano abbastanza simili.
Si trattava di vicende in cui la libertà religiosa, ad un certo punto dell'esperienza lavorativa dei soggetti che hanno presentato ricorso, entrava in contrasto con le regole imposte dal datore di lavoro.
Quello a cui fa riferimento Galli della Loggia, non è un caso di discriminazione.

La corte Europea, pur riconoscendo alla signora il diritto di portare la croce, ha rigettato il ricorso, perchè l'oggetto come ornamento del collo, poneva dei seri pericoli per la salute dei pazienti di cui l'infermiera si prendeva cura.
In un altro invece, quello di una hostess, che voleva mostrare la croce come simbolo della propria fede, sulla nuova uniforme della British Airways, che l'avrebbe celata, le obiezioni sono state accolte, in quanto la corte Europea ha stabilito che la croce non era di ostacolo al suo ruolo come hostess, nè contravveniva alle esigenze dell'azienda.
Una terza istanza in cui un'impiegata del comune ad un certo punto, si è trovata ad avere la responsabilità del registro delle unioni civili, il che è contrario al suo credo religioso, è stata rigettata, perchè la corte, pur riconoscendo che, il datore di lavoro non aveva fatto presente alla signora che c'erano certe esigenze,in sede di assunzione, ha ritenuto più importante assicurare un servizio all'intera comunità.

Da tutte queste vicende, e dall'orientamento dell corte, emerge che il problema non è la religione di per se, o il simbolismo, a cui essa eventualmente fa ricorso, ma il fatto che che le pratiche religiose, spesso sono in contrasto con le esigenze del resto della comunità.
Se una croce, in un Paese in cui Stato e Chiesa sono separati, viene a ledere il diritto di alcuni di ricevere servizi a cui hanno accesso, allora questa croce deve essere censurata.
Direi la stessa cosa, se si trattasse di un velo.

Quando poi mi sono letta l'articolo di Galli della Loggia, sono andata a verificare tutti gli altri esempi che porta, e ho notato che li inquadra nella sua ottica di Cristiano ma non di cittadino.
Ciò denota una profonda disonestà intellettuale.
Mi è parso un pezzo un po' ruffiano, non da intellettuale fine, come molti lo descrivono.
La Chiesa Luterana in Danimarca, rappresenta la religione di Stato .
Va da se che deve piegarsi alle esigenze dello Stato, tanto più che ai preti è stata garantita la possibilità di astenersi.

Quando i Cristiani ragionano in questa maniera, piangendo una discriminazione che loro per primi applicano a se stessi, perchè non si vedono come cittadini dello stato, ma solo come Cristiani, cadono nello stesso errore che spesso noi Musulmani commettiamo .
Chiediamo diritti in quanto Musulmani, ma non in quanto cittadini.
Se si vive in un Paese in cui, religione e Stato sono separati, il ragionamento non regge.
Il cittadino deve combattere per i propri diritti in quanto cittadino innanzitutto, e poi come Musulmano, Cristiano o Buddista.

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