Ma l'agenda di problemi del Capo che non c'è è ancora fitta. Il dipartimento di Pubblica sicurezza, retto dal vicario Alessandro Marangoni, e i sindacati, provano di continuo, e finora con successo, a sedare le tensioni dei poliziotti, c'è chi ormai non ce la fa più, magari dopo turni massacranti di vigilanza in val di Susa. Un quadro che incide - è inevitabile - anche sull'attività investigativa. Marangoni, vista l'attesa sulla nomina, ha sospeso i lavori del consiglio di amministrazione del Viminale: in programma ci sono 20 questori e 70 dirigenti di polizia da nominare in tutta Italia, non uno scherzo. Entro settembre vanno in pensione quattro direttori centrali del dipartimento (segreteria del capo, immigrazione, anticrimine e affari generali) e fino all'anno prossimo la fuoriuscita per congedo degli altri dirigenti sarà quasi totale. Se poi si conferma il ritorno al progetto di abolizione del province, come ha annunciato il ministro Del Rio, il rischio di trascinarsi dietro l'abrogazione di prefetture e questure è certo e concreto.
ilsole
Ci sono due vicende che descrivono alla perfezione, la condizione in cui versa oggi la polizia Italiana :
la nomina a dirigente della squadra mobile de L'Aquila fatta a Settembre dello scorso anno e gli agenti accerchiati in piazza Verdi a Bologna .
Quando un'amministrazione annuncia ufficialmente la nomina del capo di una mobile, e poi questa viene cambiata, il cittadino non avvezzo alla burocrazia, non può far altro che concludere che il diretto interessato, abbia probabilmente cambiato idea e rifiutato il trasferimento .
Questo è stato un episodio di una gravità inaudita, passato inosservato perchè l'Abruzzo è tenuto in scarsa considerazione dal Viminale .
Però il fatto che un poliziotto, si rifiuti di obbedire agli ordini, la dice lunga su come la leadership all'interno del corpo sia recepita .
Un poliziotto che non sa ubbidire, non può saper comandare e non è degno di indossare quella divisa .
Gli agenti di Bologna, che poi sono quelli di tutta Italia, vanno in piazza tenendo il manganello con una mano che trema .
Hanno perso la dignità, e sanno di non poter contare sull'appoggio dei propri capi, o dell'amministrazine centrale .
Se un Questore non riesce a far si che, un'amministrazione comunale si assuma le proprie responsabilità in materia di legalità, in quella maniera mette a repentaglio la sicurezza dei propri uomini e del cittadino .
Diceva il prefetto Marangoni che la guida della polizia, proseguirà nel solco tracciato dal "capo" .
Al di là dell'emotività delle circostanze in cui la frase venne pronunciata, se lui veramente la pensa così, vuol dire che non siamo in buone mani .
Io credo che ci vorranno almeno dieci anni, ad essere ottimisti, per riparare i danni fatti dall'ultima gestione .
E non è tanto per colpe personali, quanto per un sistema sbagliato .
Chi è stato poliziotto da marciapiede e poi ha varcato le soglie delle stanze che contano, non necessariamente ha potuto sviluppare capacità che lo pongano in grado di svolgere tutti i compiti di cui deve farsi carico un buon funzionario di polizia .
E lo stesso dicasi sull'altro versante, per un prefetto .
Forse è ora di ripensare alle funzioni del capo della polizia, così come al ruolo dei questori e dei capi delle mobili sul territorio .
Io ne conosco pochi in grado di impegnarsi con successo in tutte le mansioni loro assegnate .
L'idea di un ticket De Felice-Procaccini, poliziotto-prefetto, non era poi così male .
Introduceva il concetto che poi si potrebbe tradurre anche nelle realtà territoriali .
Chi fa indagini, deve essere persona diversa da chi firma i contratti di fornitura e partnership, e diversa anche da chi cura i rapporti con l'estero e con i sindacati .
Magari al momento si deve scegliere qualcuno che tenga le redini per la durata di questo governo .
Però per il futuro bisogna iniziare a pensare ad una suddivisione dei compiti .
E i commenti sono proseguiti per tutta la mattinata .

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