Quando la ladra è fuggita, la pensionata ha chiamato i parenti. Sono intervenute la squadra mobile e la Scientifica della polizia e il 118 perché la donna era in stato di choc, anche se ha rifiutato di essere portata all'ospedale.
BToday
Chi è stato vittima di un abuso o di un sopruso, anche non di rilevanza penale, sa quanto sia difficile continuare a vivere dopo quell'esperienza .
Sia che si sia trattato di un maltrattamento fisico o prettamente psicologico, di certo il carnefice si è approfittato di una persona con delle vulnerabilita', e le ha sfruttate per i propri fini .
Se la persona che ha subito, è un bambino o un adulto giovane, allora è relativamente piu' facile, confrontarsi con il torto di cui si è stati vittime, e proseguire con la propria vita .
L'atteggiamento di un giovane è sempre orientato verso la speranza, e il lavoro dell'operatore sanitario o sociale, è facilitato in tal senso .
L'anziano, è una persona con un vissuto piu' lungo e a volte piu' tormentato .
E' quindi anche piu' difficile liberarsi dalle paure .
La persona anziana ha una sua "durezza emotiva" che la rende poco incline al cambiamento .
Quindi se gia' l'incidente ha causato uno stravolgimento nella propria esistenza, tutto cio' che accadra' successivamente, seppur teso ad aiutarlo, verra' avvertito come negativo .
Tutti i fantasmi con cui la vittima deve convivere per il resto della vita, essenzialmente il terrore che l'episodio si ripeta, sono percepiti dall'anziano con maggior ansia e preoccupazione .
Per questo, l'intervento nell'immediatezza dell'evento, di cui quasi sempre, si fanno carico le forze dell'ordine, è fondamentale .
Questo sara' appunto il fine del progetto Access, che ha come obiettivo lo studio degli effetti del crimine sugli anziani in Europa e fornira' all'operatore delle forze dell'ordine, i mezzi necessari ad evitare che il soggetto in questione, risenta della cosiddetta vittimizzazione secondaria, di quella serie cioe', di sensazioni, frustrazioni e fobie, che ne possono compromettere la sopravvivenza nel proprio ambiente, soprattutto in vista di un'eventuale testimonianza in un processo contro il proprio aggressore .
Ovviamente l'empatia non si puo' insegnare .
L'umanita', la comprensione e la compassione per un altro essere umano che soffre, sono sentimenti naturali .
Pero' il poliziotto o il carabiniere, essendo gia' abituati ad interagire con persone differenti e sottoposte a stress, devono acquisire l'abilita' di far coincidere le esigenze delle pratiche di polizia giudiziaria, con quelle del ricovero della vittima da eventi traumatici .
Quindi la maniera in cui si relazionano ad essa nel momento in cui devono redigere il verbale, è fondamentale .
Chi è vulnerabile perchè ha appena subito un attacco, puo' recepire in maniera distorta uno sguardo, il tono della voce, puo' essere mal disposto dall'ambiente in cui lo scambio avviene .
Sono tutte cose che devono essere quindi parte del curriculum di un operatore delle forze dell'ordine, e verranno insegnate alla scuola di polizia .

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