"la raccolta di informazioni alle volte avveniva anche attraverso contatti del procuratore Vigna con esponenti dei Servizi informativi che segnalavano certe situazioni. Quindi noi eravamo una cinghia di trasmissione per farle pervenire alle procure distrettuali locali che seguivano la ricerca del latitante.
Sotto questo profilo quindi non c'è stato mai nulla di particolarmente rilevante. "
"Io in verità ho sempre cercato di non instaurare contatti o rapporti con i Servizi, per una mia scelta personale; per carità, non voglio assolutamente criticare, perché il nostro 371 bis parla di acquisire notizie, dati e informazioni da dove vengono, non credo che ci siano divieti sotto questo profilo anche se il canale istituzionale in genere è quello della polizia giudiziaria che riceve le notizie, le cosiddette veline dai Servizi, e che poi le valuta per ulteriori attività di riscontro.
Mi pare che questa sia la situazione riguardo alla ricerca di latitanti. "
“Diciamo, che quasi sempre avviene così. Per questa attività comunque di ricerca dei latitanti, non è che si ricerca la notizia dai Servizi; piuttosto è qualcuno dei Servizi che fa arrivare la segnalazione, o qualcosa del genere.
Devo dire che questo avveniva in passato.
Da quando ci sono io in Procura questo non avviene, non è avvenuto e non ho mai dato la possibilità che avvenisse in ogni caso. Perché preferisco i canali della polizia giudiziaria, quelli soliti.
Ma naturalmente una notizia, ne sono sicuro, non è assolutamente qualcosa di vietato; è una mia scelta di opportunità, sotto questo profilo. "
“Per quel che mi risulta perché io, ripeto, sia nella fase in cui ero sostituto, sia nella fase in cui sono stato procuratore, questo tipo di contatti non li ho mai avuti.
Il mio predecessore invece si.
Si svolgevano dei colloqui diretti tra i rappresentanti dei Servizi potevano essere Sismi o Sisde, allora si chiamavano così - e il procuratore alla presenza dei sostituti.
Venivano fatti anche dei verbali, degli appunti che rimanevano agli atti.
Da quelli il procuratore traeva spunto per fare l'informativa alla procura, al magistrato. Quindi questa era la prassi che io ho trovato realizzata. Quindi una sorta di verbalino fatto dal magistrato, dal sostituto che assisteva a questo tipo di informazione, e da quello poi l'effettiva lettera con cui si trasmetteva.
Naturalmente dando atto che si trattava di informazioni da verificare e che comunque non potevano essere utilizzate processualmente, questo è evidente, come i colloqui investigativi, cioè come se venissero fuori da un colloquio investigativo. Questo è quello che ha trovato io, questa è l'attività svolta”. da Roberto Galullo
Io fossi De Gennaro, gli salterei al collo con una presa alla Delio Rossi .
Vorrei ricordare al procuratore, forse distratto da libri memoria e apparizioni televisive, un paio di cosucce che possono essere sfuggite :
I direttori dei servizi di informazione per la sicurezza e il direttore generale del DIS hanno l'obbligo di fornire ai competenti organi di polizia giudiziaria le informazioni e gli elementi di prova relativamente a fatti configurabili come reati, di cui sia stata acquisita conoscenza nell'ambito delle strutture che da essi rispettivamente dipendono.
Il DIS svolge i seguenti compiti:
promuove e garantisce, anche attraverso riunioni periodiche, lo scambio informativo tra l'AISE, l'AISI e le Forze di polizia; comunica al Presidente del Consiglio dei ministri le acquisizioni provenienti dallo scambio informativo e i risultati delle riunioni periodiche;
Attualmente si sta discutendo anche l'eventualita' di escludere i servizi dalle attivita' di polizia giudiziaria, ma per il momento la funzione e' la', usiamola .
Si chiedono e si ricevono le informazioni, le si valutano e verificano .
L'intera deposizione, suona un po' come voler scaricare responsabilita' .
Ma il senso di disgusto e sfiducia totale per l'intelligence, che traspare dalle parole del procuratore Grasso, da' l'idea che i servizi attuali, non si discostino piu' di tanto dai vecchi Sismi e Sisde, e che quindi la loro presenza sia pressoche' inutile, se non dannosa .
Questo e' il messaggio che passa al lettore medio .
E allora a che pro tenerseli ? Perche' spendere soldi per tutte e due le agenzie e per potenziare il sistema informatico ?
Sarebbe ora che il dott. De Gennaro uscisse dalla tana del lupo, dalle audizioni davanti al Copasir e dalle riunioni con i cattedratici, per spiegare questo e altro, con il tono necessario, al procuratore dell'anti-mafia certificata e anche a noi poveri mortali .

Nessun commento:
Posta un commento