mercoledì 11 aprile 2012

Contro-riforme






Si sta facendo ormai caldo il dibattito sui giornali, circa il rinnovamento che dovrebbe prendere corpo presso i servizi di intelligence .
Ieri due articoli, su il Sole e il Velino, riassumevano a grandi linee, quella che dovrebbe essere la strategia di intervento, e le motivazioni, per effettuare una mini-riforma di quella che gia' era una riforma, ovvero la legge 124/2007.
La legge di per se, non era stata concepita male .
In fondo da' maggiori poteri di controllo al primo ministro e al DIS, e convoglia le competenze del Ministero della Difesa e dell'Interno, nel comitato interministeriale, ferme restando le funzioni di controllo da parte del comitato parlamentare .
Inoltre toglie il segreto di Stato per un maggior numero di crimini, e sottrae gli agenti alla giustizia ordinaria, per una certa tipologia di reato, qualora le loro azioni, previa autorizzazione del direttore del DIS o della presidenza del consiglio dei ministri, siano preposte alla difesa della sicurezza nazionale .

La vicenda dell'ingegnere ucciso in Nigeria, ha mostrato come l'agenzia che si occupa degli affari esteri, non abbia funzionato brillantemente, e gli organi con funzione di controllo, non si siano potuti muovere adeguatamente .
Quindi in sostanza, se devono essere apportati cambiamenti, con o senza modifica della riforma, bisogna ristrutturare l'agenzia, e ripensare il bilanciamento dei poteri in mano ai comitati di controllo .
Tradotto in parole povere, cio' a cui si sta pensando, e' di dare piu' poteri sia a Gianni De Gennaro in qualita' di direttore del DIS, o nominandolo sottosegretario, che al Copasir di D'Alema .
Si vocifera anche di ridimensionamento delle competenze di polizia giudiziaria dell'agenzia, ma siamo sempre sul fronte delle speculazioni .

La preoccupazione principale sembra essere rappresentata dall'ampliamento dei poteri del Copasir, che e' espressione dei partiti  .
Pero' da un lato, e De Gennaro che ha navigato con il vento in poppa sotto qualsiasi governo, ne e' la dimostrazione, l'intelligence in questo Paese e' sempre andata a braccetto con la politica, quindi qualsiasi decisione si prenda, bisogna sempre rimettersi alla volonta' divina, e augurarsi che i politicanti non facciano piu' danni del solito .
Dall'altro si sorvola su quello che secondo me, da profana e appassionata della materia, e' il problema piu' grande, ovvero il ripensamento delle funzioni e della struttura dei servizi .
Ridimensionarne l'attivita' su territorio nazionale sarebbe un errore, poiche' le loro funzioni sono sempre di complemento alla normale attivita' di polizia giudiziaria .
Eliminare l'Aise completamente, sarebbe drastico e lascerebbe scoperto un fronte delicato che vede lo scacchiere mondiale, specie in M.O., in grande fermento .
Io opterei per una via di mezzo, che sarebbe quella di ridurlo a dipartimento all'interno dell'agenzia, con meno personale (da ridistribuire negli uffici di polizia giudiziaria, cosi' come probabilmente avverra' anche per il personale dell'esercito in esubero) e piu' preparato .
L'importante e' che sia sotto il controllo diretto di Gianni De Gennaro, che abbia modo di verificare che quelli che ci lavorano, non svolgano semplicemente il compito di leggersi le informative della CIA e dell' MI5, per poi smistarlo sui tavoli , come e' accaduto ultimamente .
Un'intelligence seria deve prendere in considerazione tutte le informazioni disponibili, e non solo quelle dei Paesi che fanno il bello e il cattivo tempo, analizzarle e valutarle in prospettiva, cosa di cui secondo me, si sente la mancanza .

Detto cosi' sembra semplice, ma le interferenze politiche, la faranno da padrone come al solito .
Finche' la leadership della sicurezza pero', rimane saldamente nelle mani di persone esperte ed affidabili, come lo e' attualmente, vi e' speranza che i problemi si possano risovere .

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