mercoledì 14 marzo 2012

Processo potenza Testimonianza Questore Merolla

Luigi Merolla nato a napoli il 18 agosto 1949
In servizio a Napoli come questore, dal 1 Marzo 2011
(funzionario addetto e dirigente Digos dal 1981 al 2000)

L’esame e’ iniziato dalla questione degli esposti anonimi .
Il dott. Merolla ha raccontato come alla vigilia della sua partenza, il 28 Febbraio 2011 a Roma, fosse stato messo a conoscenza dal suo predecessore, tra le altre cose, dell’esistenza di un esposto anonimo avente come oggetto di trattazione, Vittorio Pisani .
Il dott. Giuffre’ gli spiego' come, di concerto con l’allora procuratore Lepore, si era deciso di affidare le indagini sull’esposto, alla stessa squadra mobile diretta dal dott. Pisani .
Quando la sera del 2 Marzo a Napoli, o forse 3, non ricorda con esattezza, ha ricevuto sul suo tavolo un secondo esposto dello stesso tenore ma con riferimenti ampliati ad altri soggetti della Questura e della Squadra Mobile e al loro coinvolgimento in attivita' commerciali, ha chiamato Pisani pregandolo di inviarne nota alla Procura della Repubblica, cercando di arricchirla, rispetto alla precedente, con indagini patrimoniali, storia, origini, delle attivita’ menzionate nell’esposto, in cui gli anonimi facevano riferimento a membri della squadra mobile e della questura impiegati nei locali come secondo lavoro .

Il questore ha tenuto a sottolineare piu’ volte come gli stesse a cuore che cio’ fosse fatto per sollevare dubbi sull’onesta’ dei suoi uomini, e come non straccio’ l’esposto, pur potendolo fare in quanto anonimo .
In data 11 Marzo 2011, Pisani invio’ la nota con i supplementi di indagine richiesti, all’autorita’ giudiziaria .
Secondo la nota, la natura delle attivita’ commerciali era lecita, e i comportamenti tenuti dagli uomini della polizia di Napoli, erano pienamente conformi alle regole .
Interrogato sulle tematiche affrontate con Pisani nel corso dei loro briefing serali, in relazione a tali attivita’ commerciali, il Questore ha spiegato come si facessero ipotesi e congetture al riguardo .
A questo punto il pm Amato ha contestato un passo della dichiarazione resa dal Merolla nel corso dell’interrogatorio avvenuto con lui e con la collega Parascandolo, in cui esprimeva certezza che i locali in questione, in periodi precedenti, fossero serviti per il riciclaggio di denaro proveniente da attivita’ illecita’ della famiglia Lo Russo .
Alla contestazione, il Questore ha risposto con fermezza che lui intendeva in maniera ipotetica, e che non poteva essere altrimenti, poiche’ non aveva avuto l’idea di ordinare alcuna indagine, in quanto si trattava di mere ipotesi investigative non corroborate da fatti .
Secondo il poliziotto la proprieta’ attuale, ovvero quella dell’epoca delle indagini condotte da Pisani, era del tutto sana, ma vi era la possibilita’ che in un periodo precedente, i clan l’avessero usata per riciclaggio di denaro sporco, a cui pero’ non era possibile risalire con certezza .
In seguito ad insistenza del pm Amato, Merolla ha dunque chiarito che non rinnega nulla di quanto detto il 20 Aprile 2011, ma ribadisce che le considerazioni sui patrimoni investiti nel Regina Margherita, erano puramente ipotetiche .
Ha giustificato la confusione dell’interrogatorio di Aprile, con la sua intenzione di portare un messagio pacificatore ai due pm, i cui rapporti con Pisani ed altri poliziotti della mobile, si erano largamente incrinati, in seguito ad una fuoriuscita di notizie, avvenuta sul quotidiano Il Roma del 10 o 11 Aprile, in relazione alla collaborazione di Lo Russo .
Tali notizie avevano altresi’ gettato scompiglio tra i famigliari del Lo Russo, per timore di eventuali ritorsioni .
Ricordando il clima di tensione tra procura e mobile all’epoca, ha menzionato come svariati poliziotti, incluso Pisani, si siano recati dal procuratore Lepore, per denunciare con memorie, il clima di ostilita’ che avvolgeva le inchieste lanciate dai pm Amato e Parascandolo, nei loro confronti e che lasciava fuori dalle indagini, dei capitolo investigativi, secondo loro, importanti .
Incalzato dal dott. Amato conferma di nuovo le sue dichiarazioni, con l’unica differenza nella dubitativa, sulle attivita’ commerciali in periodi precedenti e ammette che forse le sue dichiarazioni furono influenzate da quegli articoli .
A richiesta della difesa, non ha idea di chi possa aver passato le notizie a Il Roma, se la procura o la mobile .
Ricorda pero’ che Pisani gli disse di aver indotto il Lo Russo a costituirsi .
Fu fermo nella sua decisione di lasciare l’inchiesta sugli anonimi a Pisani, in virtu’ dello spessore del suo collaboratore .

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