L'articolo e' per spettatori paganti quindi devo basarmi su quanto raccolto in rete* .
Pare che il solito Vargas, fiume in piena, ci stia raccontando di legami tra camorra napoletana e i figli di Bin laden, che hanno stretto un patto con don Michele .
In realta' le prime notizie circa infiltrazioni di Islamisti in Italia, risalgono al 1995 e ci parlano di nuclei Maghrebini (Tunisini e Algerini) presenti in Campania e Piemonte .
Bisogna giungere al 2003-2005 prima di avere un rinvio a giudizio, ottenuto anche con difficolta' vista la resistenza del gip a convalidare l'idea che esista un Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento .
Michele Del Prete e Franco Roberti sono stati i pionieri di questo filone di indagini, che pero' altro non ha smascherato che un flusso di passaggio di terroristi Arabi, Africani e Pachistani attraverso la Campania e Napoli .
Quindi se patto vi e' stato, tra la camorra e al Qaeda, finora si trattava di un semplice scambio di denaro, armi e droga .
Quello che allarma e' che secondo il pentito, e non ve ne e' alcuna menzione nei rapporti annuali della DNA o nelle trionfali conferenze stampa di fine anno delle forze dell'ordine, vi sarebbe stato un salto di qualita' nelle modalita' in cui il patto si estrinseca, con i Casalesi che pianificavano attentati a magistrati (probabile siano gli stessi annunciati qualche mese fa dal pentito Cangiano).
Strano che in tutti questi anni, cio' non sia venuto fuori .
E si che a Napoli opera anche il superpoliziotto Maurizio Vallone, testimone al processo Potenza per le indagini sul dott. Pisani, che era stato impegnato a Roma proprio nella prevenzione di possibili attacchi successivi al 9 11 .
Se e' venuto fuori adesso, ben venga, ma siamo sicuri che vi siano riscontri alle parole dell'uccellino Vargas ?
E perche' non ce lo hanno mai detto che vi era almeno un sospetto ?
* un grazie a Paolo Chiariello per la segnalazione
Pare che il solito Vargas, fiume in piena, ci stia raccontando di legami tra camorra napoletana e i figli di Bin laden, che hanno stretto un patto con don Michele .
In realta' le prime notizie circa infiltrazioni di Islamisti in Italia, risalgono al 1995 e ci parlano di nuclei Maghrebini (Tunisini e Algerini) presenti in Campania e Piemonte .
Bisogna giungere al 2003-2005 prima di avere un rinvio a giudizio, ottenuto anche con difficolta' vista la resistenza del gip a convalidare l'idea che esista un Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento .
Michele Del Prete e Franco Roberti sono stati i pionieri di questo filone di indagini, che pero' altro non ha smascherato che un flusso di passaggio di terroristi Arabi, Africani e Pachistani attraverso la Campania e Napoli .
Quindi se patto vi e' stato, tra la camorra e al Qaeda, finora si trattava di un semplice scambio di denaro, armi e droga .
Quello che allarma e' che secondo il pentito, e non ve ne e' alcuna menzione nei rapporti annuali della DNA o nelle trionfali conferenze stampa di fine anno delle forze dell'ordine, vi sarebbe stato un salto di qualita' nelle modalita' in cui il patto si estrinseca, con i Casalesi che pianificavano attentati a magistrati (probabile siano gli stessi annunciati qualche mese fa dal pentito Cangiano).
Strano che in tutti questi anni, cio' non sia venuto fuori .
E si che a Napoli opera anche il superpoliziotto Maurizio Vallone, testimone al processo Potenza per le indagini sul dott. Pisani, che era stato impegnato a Roma proprio nella prevenzione di possibili attacchi successivi al 9 11 .
Se e' venuto fuori adesso, ben venga, ma siamo sicuri che vi siano riscontri alle parole dell'uccellino Vargas ?
E perche' non ce lo hanno mai detto che vi era almeno un sospetto ?
* un grazie a Paolo Chiariello per la segnalazione
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